Tristezze autunnali alla Villa
L’Aquila – Può capitare di riposare qualche minuto, in attesa di un orario, alla Villa comunale, come si è sempre fatto. Le tristezze autunnali la fanno da padrone, anche perchè non c’è un’anima viva (alle 17 di un pomeriggio non freddo), fatta eccezione per una grossa cornacchia grigia che passeggia nelle aiole. Lo zampillo della vasca vicina al Grand Hotel spruzza acqua che ricade in una pozzanghera lurida, una scena triste se si pensa alle vasche e alle fontane di qualsiasi altra città , limpide e pulite, elementi di arredo e non di disfacimento nell’ambiente di un parco. Uno dei luetici lampioni a palla è di colore giallo itterizia: probabilmente il globo lurido non è stato mai pulito da quando hanno installato il lampione. Facile capire che, di notte, la luce sarà tenue, cimiteriale, energia sprecata visto che non rischiara nulla. Sarebbe meglio che i lampioni non ci fossero per niente, come una volta. La panchia sulla quale riposiamo è sgangherata e scrostata, un po’ trampa. Lo scenario è di triste abbandono, con uno sfondo di due o tre capanni commerciali di legno, i soli rimasti, sotto grovigli di cavi elettrici appesi come dopo uno tsunami. No, la città non ha proprio un bell’aspetto, e trattenervisi, per un ipotetico turistca volenteroso capitato per caso, è difficile.
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