Storie di chiese arrivate e in arrivo: S.Amico riapre, a Fagnano prete e candele in tenda
L’Aquila – S.Amico ha riaperto, in piena zona rossa. A Fagnano la chiesa se la sono… cucita, perchè è in una tenda. La città dalle 99 chiese (anche se non è mai stato vero, era così che si credeva a L’Aquila fino al 6 aprile scorso) doveva essere inevitabilmente, 99 o meno che fossero, duramente colpita nel suo patrimonio ecclesiale. Così è stato: praticamente non c’è più una chiesa sana, in città come nei tanti comuni attorno e nelle frazioni del capoluogo. Quindi, altro che 99 le chiese da rimettere in sesto, se sarà mai possibile: cosa in cui credono davvero in pochi. Chiese piccole, modeste, appartate, non monumetali, affidate a poveri parroci di campagna, frequentate da poche vecchiette. Chiese belle e sperdute sui monti, tavolta stupende quanto semplici. Chiese dirute da secoli. Chiese magnifiche e imponenti, come quelle del centro, a cominciare da Collemaggio, devastata, o da quella di S.Giusta sia a L’Aquila che a Bazzano. Un immenso, imponente patrimonio sbriciolato o violentemente profanato, come a Paganica dove la facciata pencolante ha fatto il giro delle tv di tutto il mondo, o dalle Anime Sante crollate al suolo con la cupola appena restaurata.
Il danno alla città è, proprio per questa sua peculiarità irripetibile e ai più sconosciuta, immane e appare oggi verosimilmente irreparabile.
Qualche chiesa tuttavia torna: celebrazioni del giorno di S.Lucia, oggi, nel monastero agostiniano di S.Amico sono state possibili per la riapertura parziale del complesso. La chiesa annessa e’ la prima a tornare in funzione nel centro storico dell’Aquila. Ha ospitato oggi cinque funzioni liturgiche secondo una tradizione secolare dedicata alla santa siracusana. Si tratta della prima cerimonia religiosa celebrata nella zona rossa del capoluogo di regione. S.Lucia, la giornata “più corta che ci sia” (anche se non è vero, perchè il più corto è il giorno 21 dicembre) ha restituito al silenzio livido della città semideserta il suono mistico della musica ecclesiale.
A Fagnano Alto stanno facendo di più, come conferma il sindaco Mauro Fattore: la chiesa nessuno l’ha ridata loro e per Natale ne hanno eretta una in tenda, riscaldata per quel che si può. Poi con coraggio e sacrificio, la chiesa di sassi e mattoni se la ricostruiranno con le loro mani, con l’aiuto e la collaborazione di tutti. Il paese conta meno di 500 abitanti, è devastato, stravolto, piegato ma non domato: giura che ce la farà a rimettersi in piedi. A chi sarà dedicata la nuova chiesa? Ma naturalmente a S.Emidio, il santo protettore contro i terremoti. Che forse ad aprile era distratto.
(Nelle foto:< La Madonna del Latte di Andrea De Litio, nella chiesa di S.Amico, e sotto il sindaco di Fagnano Alto, Mauro Fattore)
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