Applausi per Lucci, e ancora delusioni dai silenzi ostinati delle autorità abruzzesi
L’Aquila – PRESENTATO STASERA IL LIBRO SULLA DIABOLICA OSSESSIONE, IL CINEMA – (Foto R.M.: Lucci mentre parla del libro, sotto con Pierpaolo Visione, e il pubblico) – La presentazione del libro di Gabriele Lucci, pubblicato come prima “pietruzza” di una collana editoriale dal nostro giornale InAbruzzo.com , è l’occasione per due notizie.
La prima, ovviamente, è il bel successo della serata nella sala da thè del Grand Hotel e del Parco, con tanta gente, molta di più di quanto si potesse sperare. La seconda, più importante, è che Lucci da un anno ha gettato le basi per la creazione di una scuola di regia e cinema a L’Aquila, sulla tradizione dell’Accademia dell’Immagine. Esistono sia i fondi per restaurare e usare la sede dell’Accademia, presso Collemaggio, sia le premesse con importanti esponenti della cultura entrati in contatto con Lucci a Milano. Insomma, un’altra “cosa grande” che potrebbe contribuire a tenere in piedi la vocazione dell’Aquila ad essere davvero la città del cinema.
Ma dopo le buone notizie arrivano immancabilmente le brutte: l’iniziativa è stata comunicata con solida documentazione alle autorità aquilane e a quelle regionali. Risposte, dopo un anno, nessuna.
Sembra così perpetuarsi la storia narrata da Lucci nel suo libro, “La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema”, editore inAbruzzo.com Storia tornata a emergere stasera, parlando del libro, con validi contributi dal pubblico.
Un libro che pur non essendo un “amarcord”, come ha detto Lucci, è pur sempre una ricostruzione elegante, pacata, documentata dei tentativi – in vent’anni – di trasformare una cittadina di provincia sonnacchiosa e appartata in una città del cinema, come fenomeno culturale di grande respiro, partendo dal Cineclub fondato da Lucci e pochi amici, fino a “Una città in cinema”, splendida manifestazione che portò a L’Aquila il fatato e bislacco mondo del grande schermo mondiale durante giorni memorabili, con esperimenti e dimostrazioni, tra cui quella indimentabile delle riprese mediante la cinepresa alla cintola. E fino all’Accademia dell’Immagine.
Quest’ultima è di fatto morta, la Città in cinema fu stoppata dalla politica. Il sindaco De Ruberis disse chiaro e tondo a Lucci: basta, amico mio, la politica non ne vuole più sapere. Come non volle sapere o capire nulla di un evento memorabile, la presentazione a livello mondiale dell’alta definizione, la HD che oggi tutti vedono sui loro schermi tv. Nacque come divulgazione a L’Aquila e fu Lucci a portare in città i big di tutto il mondo, interessati alla grande svolta tecnologica. L’Aquila avrebbe potuto diventare un bacino digitale, una fucina di tecnologie capaci di attrarre tutto il mondo a cominciare dagli USA, con grandi ritorni anche economici e occupazionali. Tutto finito non nel dementicatoio, ma nel cestino del pattume, a causa dell’insensibilità e dell’incultura di politici e istituzioni. Che non si accorsero di nulla, restarono in narcolessi tra piccinerie e invidie inquinate dalla politica.
Accanto a Lucci, stasera, l’amministratore di InAbruzzo.com Pier Paolo Visione e il direttore Gianfranco Colacito, che con Lucci volle la pubblicazione a puntate sul sito delle venti riflessioni di Lucci diventate un libro, con la ferma convinzione dell’editore.
Il primo libro del nuovo editore che apre gli orizzonti, oltre il sito giornalistico (che leggete da cinque anni e mezzo a migliaia ogni giorno, 24 ore su 24) vero e proprio e la telematica, al mondo dei libri cartacei al servizio dell’Abruzzo e di tutti quelli che vorranno esserci. Una bella iniziativa di spessore culturale, un segno forte di volontà di rinascita. Non solo con cemento, ferro, milioni di euro, impalcature, appalti, inchieste sulla corruzione e bailamme affaristico-commerciale.
L’Aquila ha anche un cuore e un cervello. E una memoria lucida e documentata. Oltre che, naturalmente, ancora qualche cervello cogitante, cartesianamente…
Non c'è ancora nessun commento.