CASE e map, verifiche con termocamere


L’Aquila – (Foto: un modello di termocamera, case e map) – Architetti, ingegneri, specialisti all’opera per le verifiche nelle varie aree aquilane che, in 19 siti attorno alla città, anche a grande distanza, ospitano migliaia di terremotati negli edifici noti come CASE e Map. Le prime sono strutture come palazzine, con appartamenti di varie pezzature, a più piani, progettate in veri e propri quartieri con verde, aiole, strade interne. I secondi sono moduli abitativi provvisori, appunto map, basse casette di legno con piccoli appartamenti. Quasi tutti ad un solo piano, ma in alcuni casi anche di due piani. Sia CASE che map sono garantiti come antisismici. Le palazzine poggiano su piastre isolate sismicamente, i map sono strutture leggere e basse, dunque antisismiche come lo è qualsiasi baracca ben costruita.
Le verifiche in corso da alcuni giorni nascono, in fretta e furia – quindi ancora una volta in una sorta di emergenza – in seguito al crollo di un balcone (senza feriti per fortuna) e al riscontro delle condizioni critiche di altri balconi.
I tecnici stanno controllando in alcune zone (tra queste Arischia e Preturo) le piastre di una ventina di strutture abitative, e i balconi si suppone di tutte le palazzine. E’ un team di specialisti, quello messo in campo, dotato di apparecchiature apposite: in sostanza, fotocamere o telecamere in grado di rilevare nelle murature e nelle strutture degli edifici presenza di umidità o di infiltrazioni di acqua (la causa presumibile di crolli e situazioni di rischio) misurando la temperatura. Fotocamere termiche, termocamere, quindi, per dirla semplicemente.
Se la temperatura in una certa zona è più bassa rispetto al resto della struttura, c’è umidità e bisogna intervenire. Da quel che emerge, sembrerebbe che in alcune zone di alcune delle 19 new town la situazione sia peggiore, rispetto ad altre. Come dire, case fatte male.
Intanto proseguono accertamenti sulle modalità di realizzazione delle abitazioni e sulle coperture assicurative, ammesso che ce ne siano. Tutto da vedere. I risultati delle verifiche in corso potrebbero anche dare esiti inattesi o sorprendenti. Comunque vada, è una questione di soldi, spesi male a suo tempo, o da spendere adesso per garantire a migliaia di terremotati la sicurezza dei luoghi in cui vivono e dovranno vivere ancora a lungo.


24 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
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