Abusi sessuali chiesa, problema difficile


image001L’Aquila – (di Carlo Di Stanislao) – Il Papa e l’intero Vaticano sono estremamente preoccupati del risultato di un rapporto commissionato dal governo di Dublino (detto rapporto Murphy) che accusa la Chiesa Cattolica di aver coperto abusi sessuali perpetrati per decenni dai preti cattolici ai danni di minori. E’ stato provato che la Chiesa si sia preoccupata maggiormente di “nascondere lo scandalo” per difendere la sua reputazione invece di tutelare il benessere dei bambini. Le stesse forze di polizia hanno “facilitato” la copertura sistematica delle molestie, consentendo alla Chiesa di operare “al di sopra della legge”. Il report della Commissione Investigativa, pubblicato a fine novembre, ha indagato per tre anni sui crimini commessi nell’arcidiocesi di Dublino tra il 1975 ed il 2004, concentrandosi in particolare sul modo in cui la Chiesa e lo Stato hanno affrontato 3 decenni di abusi endemici sui bambini. E’ stato verificato che gli stessi agenti di polizia, invece di condurre delle indagini sulle accuse riportate, hanno preferito “girarle” ai vertici della Chiesa.Dal rapporto emerge che 46 preti cattolici sono stati accusati di aver abusato di centinaia di minori. E anche quando alcuni sacerdoti hanno “confessato” le molestie ai loro superiori, questi hanno preferito ignorarle, limitandosi a trasferire i colpevoli da una parrocchia all’altra, lasciandoli di fatto liberi di continuare a commettere le sevizie. Lo stesso rapporto poi, sembra affermare lo stesso Vaticano abbia ignorato la segnalazione di accuse inviate dall’arcidiocesi irlandese nel 2006. Le stesse richieste della Commissione, sui dettagli dei rapporti inviati alla Santa Sede dalla Chiesa irlandese, non sono state soddisfatte. Un portavoce della Santa Sede ha fatto sapere che la questione non è stata seguita in quanto considerata un “problema della Chiesa locale”. E le richieste, per completare le indagini non hanno ricevuto risposta probabilmente perchè inoltrate attraverso canali diplomatici non appropriati. Già ai primi di dicembre Sean Brady, cardinale d’Irlanda, ha fatto pervenire scuse ufficiali alle vittime ed ai famigliari, invitando ogni cattolico a collaborare pienamente con le indagini. Si è unito al cardinale il governo irlandese che ha presentato le proprie scuse, senza riserve, per questa “incompetenza” con cui lo Stato ha trattato la situazione. Dopo lo scioccante rapporto Rayan diffuso nel maggio di quest’anno, che raccontava gli orrori e le sevizie cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi., un rapporto sconvolgente, che ha costretto i Fratelli Cristiani, la congregazione religiosa che gestiva la maggior parte delle scuole industriali assieme alle Suore della Misericordia, ad offrire un risarcimento di 34 milioni di euro alle vittime; dopo gli scandali Negli Stati Uniti, in Messico, in Brasile, in Australia, in Africa, in Europa e numerosi casi “isolati in Italia”, con il rapporto Murphy, pubblicato il 4 dicembre, il problema pedofilia ed abusi sessuali nella Chiesa Cattolica estremamente grave ed urgente. La pedofilia clericale è ben nota alla Chiesa fin dai tempi delle Indulgenze (1517) di Leone X, che assolvevano gli ecclesiastici dal “peccato contro natura con bambini” per la modica somma di “131 libbre, 15 soldi”. Senza contare che, da tempo immemorabile, l’abuso sessuale ai danni di minori è oggetto di diritto canonico: la direttiva del cardinale Ottaviani del 1962, Crimen Sollicitationis, istruiva i vescovi su come trattare questo tipo di denunce, e la direttiva di Ratzinger del 2001, De Delictis Gravioribus, sottraeva i processi per abusi sui minori alla giurisdizione dei tribunali diocesani per avocarli direttamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il regime di segretezza era tale che, qualora un sacerdote pedofilo veniva inviato ad un trattamento psicologico, neppure i terapeuti erano pienamente informati della storia del sacerdote. Molti dei rapporti e delle direttive dei terapeuti, del resto, erano completamente ignorati, anche quando psichiatri e psicologi raccomandavano di conferire ai sacerdoti incarichi che non prevedessero contatti con i bambini. La stessa cultura della segretezza riscontrata nel caso di Dublino è stata riportata da altre inchieste condotte in altri Paesi. Nel 2002, il governatore dell’Oklahoma Frank Keating, presidente del Consiglio Nazionale per il Riesame che si occupava della vicenda dei preti pedofili negli Stati Uniti, rilasciò un’intervista al Los Angeles Times spiegando il motivo delle sue dimissioni dall’incarico dopo appena un anno, paragonando la segretezza della Chiesa a quella della mafia e le gerarchie ecclesiastiche a Cosa nostra: “I preti non obbediscono ai mandati di comparizione, e fanno sparire i nomi degli stupratori. Questa è un’organizzazione criminale, non la mia Chiesa”. In tale ottica, il benessere dei bambini veniva costantemente sacrificato per proteggere l’istituzione. Il rapporto Murphy sottolinea: “La Chiesa non è una democrazia e non ha procedure di selezione trasparenti, pertanto non è dato conoscere quali criteri siano utilizzati nella scelta degli Arcivescovi. Le nomine a vescovo sembrano essere state fatte essenzialmente sulla base dell’aderenza all’ortodossia dottrinale. L’abilità di gestione non sembra essere stata un criterio tenuto in considerazione”. L’Italia conta più di settemila scuole cattoliche, frequentate da quasi 630.000 bambini. Tali scuole, parificate alla scuola pubblica, ricevono ogni anno finanziamenti statali sotto forma di “partecipazione alle spese”. Senza contare i 123 seminari minori in cui studiano più di 2700 ragazzi al di sotto dei 18 anni. E tuttavia nessuna commissione d’indagine sull’operato dei sacerdoti è mai stata istituita. Preoccupati di non perdere il consenso degli elettori cattolici, gli esponenti politici si sono sempre schierati a favore della Chiesa. Basti pensare alla gazzarra mediatica sollevata due anni fa per impedire ad Annozero di trasmettere il documentario Sex crimes and Vatican. E poiché tuti i raporti redatti sino ad oggi concordano che in nessuna nazione si può parlare di abusi da parte del clero cattolico, come di casi isolati, c’è da chiedersi come mai in Italia non sia mai stata istituita una commissione indipendente che indaghi sui casi di abusi sessuali su minori commessi da religiosi. Infatti a scorrere giornali e cronache giudiziare il numero di segnalazioni e richieste di aiuto che pervengono ogni giorno alle associazioni antipedofilia sono centinaia, pur sapendo che mMolti, moltissimi, non denunciano: per paura, per vergogna, per timore di non essere creduti, ma soprattutto per la certezza di non ottenere giustizia.


13 Dicembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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