Conoscenza, è piaciuta a migliaia
L’Aquila – Tre giorni, oltre 4.000 visitatori, 25 appuntamenti fra convegni, conferenze e workshop, con oltre 70 relatori di alti profilo, 1.500 metri quadri su cui ha preso vita una rassegna inedita perché per la prima volta ha messo insieme le eccellenze abruzzesi dell’innovazione, radunate sotto l’egida dei Servizi Innovativi di Confindustria Abruzzo.
Un contesto insolito per un evento espositivo, quello della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza di Coppito, ma di grande significato simbolico, perché la Fiera della Conoscenza portasse il suo concreto contributo alla ricostruzione dell’Aquila e del suo territorio. Una scelta che nei fatti è stata premiata dall’affluenza e dalla grande attenzione che la manifestazione ha riscosso dentro e fuor regione.
Facendo per la prima volta “rete”, gli espositori si sono infatti ritrovati al cospetto una nuova domanda a cui fare fronte e con la quale interagire direttamente grazie alla tre giorni di Fiera, clienti potenziali e pronti ad operare che hanno potuto toccare con mano la qualità dell’innovazione made in Abruzzo.
Importanti i convegni, che hanno portato idee e contributi fattivi alla ricostruzione e alla ripresa abruzzese. L’ultimo di respiro nazionale nella giornata di chiusura,“Architetti e territorio: progetti e visioni per una rinascita”, ha portato stamattina a L’Aquila nomi prestigiosi dell’architettura italiana, come quelli di Italo Rota e Cherubino Gambardella, che si sono misurati con il futuro della città e con la costruzione di una nuova immagine che vada oltre la necessità di ridare al più presto un tetto agli aquilani, ma che sia in grado di offrire progetti prestigiosi e destinati a durare.
“Bisogna ripartire dalla collettività, dalla gente – ha sottolineato Italo Rota, uno dei maggiori architetti italiani – partire dalla città e riconfigurare la vita tenendo conto anche del fantastico patrimonio naturalistico in cui L’Aquila è immersa, creando possibilità, anche molto divertenti, di portarlo dentro la città e guardando alla sua storia e alla sua tradizione”. Nasce dall’Aquila il concetto di “ricostruzione aperta”, i cui connotati dovranno essere affidati ai cittadini: “È necessario anche fare una grossa riflessione sull’Università – l’invito di Rota – sul suo ruolo. La ricostruzione è un problema complesso, si deve partire da una buona domanda e avere il tempo di dare delle risposte in sintonia con il presente e con il futuro”. La città e la natura, un binomio necessario anche per Cherubino Gambardella, che al convegno ha presentato un progetto-tipo per 200 abitanti, un nuovo borgo che in chiave moderna gioca con i materiali della tradizione abruzzese dando un segnale architettonico forte: “Non ha senso ricostruire dov’era, com’era, così si corre il rischio di “mummificare” il centro storico e la splendida architettura aquilana – spiega – il segreto è la sedimentazione. L’Aquila può rinascere in un nuovo rapporto con la natura, facendo entrare il sistema dei parchi nell’idea di città, per costruire una bellezza “democratica”, che rappresenti storie e gusti della popolazione, uscendo dall’ottica dell’emergenza che fra qualche anno porrà un grosso problema di manutenzione nella new town”. Al convegno, moderato dal professor Pierluigi Properzi, della Facoltà di Ingegneria dell’Aquila, ha preso parte anche l’ingegner Antonio Napoleone, presidente di Europa Risorse, che è un “developer” di origine abruzzese, professionalmente cresciuto a L’Aquila e che lì riporterà la sua attività proprio a seguito del terremoto, facendovi convogliare capitali privati da investire nella buona e sana ricostruzione: “Si sta lavorando su due fronti – ha illustrato Napoleone – il primo per la realizzazione di appartamenti da dare in affitto sotto la guida della Protezione civile, l’altro per acquisire terreni, edifici e materiali per dare un contributo concreto alla ricostruzione; scopo di entrambi è riportare la gente nei luoghi dove è cresciuta e si muove bene”.
Buone notizie anche dal convegno sui cluster industriali, appendice al lancio della politica industriale della Regione Abruzzo che ha aperto la Fiera e arricchito dal contributo di esperti dei principali cluster europei, come quelli spagnoli, greci e finlandesi. “La logica dei distretti industriali è ormai superata – ha annunciato Nello Rapini, neo presidente di Abruzzo Sviluppo, braccio operativo della Regione – con i cluster si ragionerà per filiere, favorendo le aggregazioni più innovative e rappresentative del territorio. Un lavoro già a buon punto che la Regione sta conducendo con Confindustria tramite Abruzzo Sviluppo. A febbraio sarà pronto il bando per l’accreditamento dei fondi che saranno aggiudicati entro la primavera. Isoleremo cinque o sei poli di innovazione, capaci di far da volano a tutta la politica industriale della nostra regione”.
Pronto al decollo anche l’Interporto d’Abruzzo, che entro la primavera prossima entrerà in esercizio e che in occasione dell’incontro sui “Sistemi di trasporto sostenibile”, si è misurato con lo stato attuale e con la possibile sinergia con le altri grandi infrastrutture abruzzesi, quali il sistema portuale e quello ferroviario (Sangritana). “Svilupperemo un esempio di modalità ecocompatibile – afferma Mosé Renzi, direttore dell’Interporto – che non solo non inquini, ma sia in grado di produrre ricadute positive sulla manutenzione del sistema stradale e anche sul sistema sanitario regionale. È questa l’istanza presentata alle istituzioni regionali, procedere verso un trasporto sostenibile che con la realtà dell’Interporto è ormai in fase di avanzato decollo”.
Concreto anche il risultato di un altro importante convegno ospitato dalla Fiera, insieme ai grandi incontri sulla sicurezza dei sistemi informatici e sull’economia della cultura, settori in cui spicca l’eccellenza abruzzese. Si tratta dell’incontro promosso dall’ANCE Abruzzo che ha di fatto siglato un patto fra istituzioni per una ricostruzione trasparente, rapida e di qualità e che ieri ha visto confrontarsi il Presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio e il Prefetto Gabrielli, con imprenditoria, sindacati e cittadini. Grande l’attenzione dimostrata dalla magistratura alla ricostruzione e la disponibilità a controllare appalti e lavori per tenere alta la guardia dai rischi di infiltrazioni e speculazioni. Un controllo affidato alle istituzioni, ma anche ai cittadini e all’imprenditoria abruzzese. Da parte dell’ANCE Abruzzo l’impegno a collaborare, invocando regole chiare e procedure snelle per appalti e ricorsi. Un patto che possa garantire anche i lavoratori della ricostruzione, attraverso la sicurezza dei cantieri e misure in grado di agevolare cassintegrati e categorie deboli del mercato.
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