Il problema dei cani randagi
L’Aquila – Scrive Giulia Pignataro: “Mi associo alle numerose lettere sulla situazione dei cani vaganti nel centro storico della nostra città . Scrivo da aquilana, veterinaria, guardia zoofila, padrona e amante dei cani.
Sono anche io perfettamente consapevole della quantità di problemi nella nostra città , problemi che spaziano dalle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione, al degrado sociale e culturale, alla situazione urbanistica, aumento della delinquenza e i balconi cadenti del progetto C.A.S.E.; ma essendo veterinaria mi permetto di parlare dell’unico problema in cui mi sento minimamente competente.
Il cane etologicamente è legato da migliaia di anni in maniera indissolubile all’essere umano, senza questo legame o non sopravvive o inselvatichisce organizzandosi in branchi come ancestralmente sarebbe avvenuto prima che da lupo evolvesse in cane.
I cani randagi del centro storico sono animali anziani, spesso malati o malandati, organizzati in branchi, ricercano il continuo contatto con l’uomo seguendo i gruppi di turisti e sono esposti alle temperature glaciali dei nostri inverni. Ancora non riesco a capire chi gli fornisca le cure veterinarie necessarie e vaccinazioni (preciso che chiunque fornisca terapie mediche veterinarie senza essere in possesso dell’apposita laurea e iscrizione all’ordine è colpevole di abuso di professione, articolo 348 del codice penale), chi si occupi della loro igiene o di raccogliere i loro escrementi..come facciamo tutti noi civili proprietari di cani”.
Non c'è ancora nessun commento.