“Caro Bertolaso, subito decreto tasse”
L’Aquila – Antonio Cappelli, direttore di Confindustria L’Aquila, ha scritto una lettera aperta a Guido Bertolaso, che chiede di rendere nota. Eccola: “Ill. mo Dott. Bertolaso, l’altro ieri ero a Roma, con le altre Parti Sociali e i rappresentanti delle Istituzioni. Quasi quasi eravamo muti e rassegnati, forse per quella sensazione di impotenza che non ci lascia più dal 6 aprile, quando abbiamo subìto la devastante violenza senza nulla potere.
Sicuramente tutti avrebbero voluto ringraziarLa per quanto ha fatto e sta facendo, per l’abilità dimostrata – che ha attestato al Paese e al mondo intero una comprovata competenza – e per l’elevato grado di professionalità Sua e dei Suoi collaboratori (nessuno escluso), ma la rabbia ha tradito qualche espressione forte, che è stata sicuramente detta male, ma che al contempo sta lì a dimostrare la forza di motivazioni serie e condivisibili.
Si sa che il caos di una manifestazione non è mai il posto giusto per esprimere un pensiero compiuto: è solo l’occasione per fare rivendicazioni a voce alta.
Con pacatezza, invece, posso dire che l’auspicato quanto promesso Decreto deve venire alla luce con un tempo stretto perché ogni mese che passa lascia sfumare 100 milioni di euro: siamo a dicembre, che con le tredicesime conta doppio, e calcolati novembre e gennaio la somma dice che il totale è 400 milioni di euro persi.
La realtà che stiamo vivendo è chiara: da novembre in poi L’Aquila è chiamata a pagare, tra imposte tasse contributi e quant’altro, soldi sonanti che vengono sottratti a qualsiasi possibilità di rimetterci in piedi. A suo tempo, disgraziato anch’esso, all’Umbria e alle Marche fu concesso un trattamento meno sofferto di quello per il quale ci stiamo battendo il petto Noi: più di un anno di sospensione e ben dieci anni per cominciare a restituire il 40% del dovuto quali cittadini contribuenti. E i risultati si videro, sono ancora lì a dare prova che, con la volontà di tutti, si può andare lontano e ripartire.
Ho fatto un conto tagliato con l’accetta, ma la ratio non fa una piega, perché pure se i milioni fossero la metà ci sarebbe da mettersi a correre per recuperarli. Ecco perché la rabbia. Ecco perché qualcuno si sente preso in giro dalla promessa del Decreto: non è mancanza di fiducia nei confronti del Governo o di Lei che qui, all’Aquila lo rappresenta per direttissima.
Più tempo passa più milioni se ne vanno. E qui, in Abruzzo, abbiamo qualche milione tra cervi, camosci, lupi e macerie. Di euro quasi zero”.
Non c'è ancora nessun commento.