Palasport Sol Levante, la prima pietra c’è
L’Aquila – CERIMONIA NEL GIORNO IN CUI TOKYO E’ SCOSSA DA UN SISMA UGUALE A QUELLO AQUILANO – (Immagini: due scorci del palasport e l’area Centi Colella sulla quale sorgerà ) – In forza di quegli oscuri eventi che si chiamano coincidenze, e che lasciano talora perplessi anche i più scettici circa spiegazioni fantasiose e ardite, ma senza concreti fondamenti, due notizie nelle stesse ore. Presso Tokyo, la fantasmagorica ma sismica capitale del Giappone, terremoto 5,7 Richter. A L’Aquila, prima pietra del palazzetto dello sport, dono del Giappone, deciso quando (aprile 2009) a L’Aquila esplose il terremoto 5,8 Richter, o 6,3 mw. Un dono che indissolubilmente lega la città all’amico paese del Sol Levante, ma nel nome del condiviso terremoto.
Certo un caso, ma che dire? Lascia a bocca aperta. Naturalmente, c’è bisogno di dirlo?, a Tokyo neppure un calcinaccio è caduto, niente danni, tutto sotto controllo, a cominciare da quella mania che per i nipponici sono i treni.
Più che un caso, infatti, non può davvero essere. L’Aquila arriva ad “accettare” il dono dopo cinque anni e mezzo, e una vergognosa trafila di ritardi, ostacoli, lentezze, ricorsi, bisticci, polemiche, forse anche livori e gelosie. C’è di che arrossire di fronte ai giapponesi, come a suo tempo dovemmo arrossire di fronte ai canadesi e ai loro doni di complessa – diciamo – accettazione nella città più sconquassata, ma anche più pasticciona, arruffata, e anche ridicola, d’Italia. Al presidente USA, Obama, è stato sempre rimproverato di non aver donato un dollaro. Ma forse Obama nutriva, e nutre, una sana incredulità anglosassone sulle nostre… qualità . Insomma, forse sa quanto casino siamo capaci di combinare anche dopo un terremoto.
Tra coincidenze e riflessioni, la notizia, che vi abbiamo anticipato ieri. Prima pietra del palasport che vedete in rendering. Lavori di due anni, o almeno si spera. Di certo, nell’animo di tutti covano laceranti dubbi: lo stadio di Acquasanta è in costruzione da una ventina d’anni e nessuno sa, oggi, quando sarà terminato. Dunque, c’è da tremare.
Il palasport è dell’architetto Shigheru Iwakiri, noto per alcune sue importanti opere nel mondo. Uno specialista in strutture totalmente antisismiche. L’edificio sarà alto 12 metri, diametro di oltre 50 metri. Ha l’aspetto di un pentolone bianco con copertura vagamente conica. Potrà ospitare 1.000 persone, e oltre allo sport, anche spettacoli e mostre. Attorno, verde per 13.000 metri quadri, parcheggi, spazi. Quelli dell’area Centi Colella, lungo la ss.17 nei pressi dell’ex Finmek, che forse in un futuro imprecisabile si chiamerà Accord Phoenix. Ma nessuno può saperne di più, gli enigmi aquilani sono impenetrabili. Infine, il costo: poco meno di 6 milioni.
E ci abbiamo giocherellato per cinque anni prima di accettare. Che pazienza hanno i giapponesi, e che educazione. Ricordate la canzone di Alberto Sordi “te c’hanno mai mannato a quer paese?”.
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