Capodogli: in Adriatico niente air gun, prima di parlare serebbe meglio informarsi meglio…


L’Aquila – (Immagine: prospetto illustrativo della tecnica air gun, aria sparata per scoprire cosa c’è nel sottosuolo marino) - Sono anni che nell’Adriatico italiano – scrive l’AGI – non vengono effettuati rilievi geofisici di sismica a riflessione (Air Gun). L’ultimo rilievo geofisico nel mare croato e’ stato completato nel gennaio 2014 in preparazione del bando di gara che il governo croato ha annunciato lo scorso aprile per assegnare aree per la ricerca petrolifera a mare. Lo sottolinea Assomineraria in una nota. Altre acquisizioni sismiche sono state effettuate da Grecia e Malta agli inizi dell’anno in corso. Sarebbe bastata questa banale verifica per escludere qualsiasi correlazione tra tali attivita’ e lo spiaggiamento dei capodogli a Vasto.
A cio’ va aggiunto il fatto che, prosegue Assomineraria, a livello internazionale non vi e’ alcuna evidenza scientifica sulla correlazione tra tali attivita’ e fenomeni di disorientamento dei cetacei. Va infine rilevato che, come riportato dalla stampa, uno dei cetacei spiaggiati aveva in bocca una rete da pesca.
I tentativi di correlare l’episodio dello spiaggiamento dei capodogli alle attivita’ di ricerca di idrocarburi in Adriatico, che in oltre 40 anni non hanno mai determinato alcuna problematica ambientale, sono privi di qualsiasi fondamento. L’attivita’ di ricerca e produzione di idrocarburi in Adriatico fornisce un contributo sostanziale all’indipendenza energetica dell’Italia, contribuisce all’occupazione e allo sviluppo economico del Paese, e viene operata con grande attenzione alla protezione dell’ambiente e della sicurezza.
(Ndr) – La nota va giustamente riportata con risalto e attenzione, perché diffondere ipotesi infondate e proporre relazioni tra fatti accaduti e cause solo fantasiose è inesatto oltre che scorretto. La stampa, del resto, o almeno parte della stampa, non fa che riferire ciò che viene detto o dichiarato da coloro che sono – o spesso passano – per esperti. Questo giornale ha sempre evidenziato che la ricerca mineraria in Adriatico avviene comunque sulla sponda croata, e che occorrono atteggiamenti più razionali e costruttivi da parte di tutti. Blaterare all’insegna di un ambientalismo esasperato non serve. Occorrono invece atteggiamenti ragionevoli e costruttivi, ma soprattutto una attenta documentazione sulle situazioni reali. No al petrolio sic et simpliciter vuol dire non voler ragionare: è estremismo. Roba da cui guardarsi, specie quando nessuno è realmente disposto a rinunciare a nulla, mentre altri non perdono tempo e vanno per la loro strada. Non vorremmo che gli idrocarburi croati ci venissero poi propinati a caro prezzo: un po’ come per i rifiuti che non sappiamo trattare, ma spediamo in Germania, dove li trattano per rivenderci l’energia. L’Italia è stanca di figure patetiche.
Per chiudere, ricordiamo che fu lanciato anni fa l’allarme fracking (fratturazione del suolo e sottosuolo per ricerche di gas e petrolio), sostenendo che se ne praticava in Adriatico. Anche allora, risultò che non era vero.


15 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
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