Corso Vittorio, cosa accadrà
Pescara – (di Stefano Leone)
L’Amministrazione Alessandrini, dopo aver svolto tutte le verifiche necessarie e indispensabili a comprendere la qualità del nuovo tracciato di quella parte di Corso Vittorio Emanuele II che intercorre tra Piazza della Repubblica e Via Genova, a seguito dei lavori di riqualificazione per 1,6 milioni di euro e dopo aver tenuto diverse riunioni e sopralluoghi unitamente ai soggetti interessati ha ritenuto di dover istituire e/o ripristinare le seguenti condizioni di viabilità: istituzione di “Zona 30 km/h”; ripristinare la percorribilità al traffico ordinario, ciclopedonale, mezzi di soccorso e TPL sulla corsia lato mare direzione sud-nord e, solo per i mezzi di soccorso e TPL sulla corsia lato monte direzione nord-sud; attivazione dei 12 accessi alla zona a traffico limitato. E’ stata una scelta operata, come risulta di tutta evidenza, anche in ragione del nutrito dibattito che ha accompagnato l’esecuzione degli stessi lavori e si pone l’obiettivo di perseguire e tutelare una molteplicità di esigenze: a partire da quelle ambientali, a toccare quelle economiche e sociali collegate. Infatti, la collocazione dell’asse viario di Corso Vittorio Emanuele II all’interno di una area vasta compresa tra Via Ferrari ed il Lungomare Matteotti, che racchiude, da una parte la prevista destinazione a “parco” dell’area di risulta, con la sua potenzialità di parcheggio verso il lato monte e dall’altra la ZTL verso il lato mare, che risulta a sua volta attraversata da un asse importante qual è Via Nicola Fabrizi, con senso unico direzione nord-sud, non poteva non risentire della sua originaria funzione e delle legittime aspettative di crescita e sviluppo economico delle aziende lì presenti, anche assecondando le nuove funzioni commerciali coniugate ad una nuova e diversa penetrabilità del luogo che dovesse rendersi più adeguata. Una decisione complessa, maturata dovendo fare I conti con il nuovo assetto viario dell’arteria, pensato dalla precedente amministrazione senza che la “riqualificazione parziale” di Corso Vittorio Emanuele II fosse preceduta da una visione e da una scelta globali sulla città, operate a monte dello stesso intervento. A tutto ciò deve altresì aggiungersi l’obbligo imposto da una sentenza amministrativa volta ad eliminare la cosiddetta “controstrada”, realizzata sull’area di risulta in violazione di elementari norme urbanistiche. Purtroppo, il percorso per la completa attuazione della nuova disciplina viaria necessita ancora di qualche settimana di tempo per concretizzarsi, questo per realizzare le necessarie opere di segnaletica stradale e di rifunzionalizzazione di alcune strade che devono concorrere, diversamente dalla loro attuale funzione, ad alleggerire il traffico veicolare cittadino. In particolare l’intervento è stato calibrato in due distinte azioni.
A) Istituzione “zona 30” su Corso Vittorio Emanuele II: per promuovere l’accessibilità alle aree centrali intesa nella sua multimodalità (auto, bus, ciclabilità, pedonabilità); per il contenimento dei flussi di attraversamento; per l’implementazione delle infrastrutture atte a migliorare la visibilità della separazione della sede carrabile da quella pedonale; per il rifacimento della nuova segnaletica sia su Corso Vittorio Emanuele II sia sulle strade limitrofe con inversione dei sensi di marcia (in aderenza al progetto di controllo della ZTL con telecamere), realizzazione di stalli per parcheggi, carico e scarico, ecc., allo scopo di ricondurle alla situazione quo ante operam.
B) Realizzazione di opere finalizzate a sospendere il transito ordinario sulla c.d. “controstrada” sulle aree di risulta ed all’adeguamento infrastrutturale della strada adiacente la stazione ferroviaria Via Bassani – Pavoni, Via Ferrari, imbocco di Via del Circuito, via Alcide De Gasperi e via Michelangelo. A conclusione di queste fasi e con la sospensione del transito ordinario sulla c.d. “controstrada” sulle aree di risulta che comporterà anche l’immediata eliminazione della rotatoria all’incrocio con Via Teramo, autentico baluardo di traffico confliggente, saranno recuperati all’uso della collettività ed alla gestione della soc. Pescara Parcheggi n. 126 stalli. Anche i costi di questi interventi assumono una particolare importanza poiché nulla era stato previsto nel progetto originario di riqualificazione di Corso Vittorio Emanuele II ed è stato necessario, quindi, reperire altrove quanto di necessità. L’importo complessivo del primo step è stato stimato in €. 43.920,00. Step che sarà attivato immediatamente dopo la scelta del contraente cui affidare l’esecuzione dei lavori. L’importo complessivo del secondo step è stato stimato in €. 67.205,19. Step che sarà attivato dopo la realizzazione di tutte le opere del primo step e dopo l’esecutività degli atti per la scelta del contraente cui affidare l’esecuzione dei lavori. La contestuale messa in esercizio dei 12 impianti per la rilevazione degli accessi alla ZTL – Zona a Traffico Limitato – secondo le prescrizioni e raccomandazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con una sperimentazione di almeno 30 giorni ci consentirà di valutare compiutamente la loro funzionalità ed intervenire per eventuali correttivi. Saranno in corrispondenza dei varchi di: via G. Mazzini ang. Viale R. Margherita, via Piave ang. Viale R. Margherita, via Trento ang. Via N. Fabrizi, via Umbria ang. Via Trieste, via Firenze ang. Via Trieste, via Milano ang. Via Emilia, via G. Mazzini ang. Cia C. Poerio, via Roma ang. Via N. Fabrizi, via Roma ang. corso V. Emanuele II, corso Umberto I ang. Corso V. Emanuele II, via Piave ang. Corso V. Emanuele II, via G. Mazzini ang. Corso V. Emanuele II. Correttivi ed implementazioni che già allo stato attuale risultano essere stati individuati proprio su Corso Vittorio Emanuele II ang. Piazza della Repubblica e all’angolo con via Roma. La vicenda Corso Vittorio Emanuele II rappresenta per la nostra amministrazione un atto necessitato e non corroborato da una pianificazione generale che meglio avrebbe dovuto esaminare, valutare e proporre soluzioni per una mobilità sostenibile che si modifica e si adegua alle nuove esigenze di vita della nostra comunità, anche in relazione ad altre scelte infrastrutturali, vedasi Ponte Nuovo, che determineranno da sole mutamenti di vita che oggi vengono, diversamente, imposte senza oggettivi e partecipati strumenti pianificatori. Le parole d’ordine (forse meglio in disordine) riqualificazione, semipedonalizzazione, pedonalizzazione che nei mesi scorsi la classe politica all’epoca vigente ha utilizzato, sono apparse solo come formulette astratte che non assumono nessun valore o significato se non inserite in un processo decisionale in cui siano certe e definibili le direttrici iniziali e finali e, soprattutto, le conseguenze per la comunità.
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