Orso avvelenato, taglia fino a 50.000 €


L’Aquila – IMPIEGATE UNITA’ CINOFILE ANTIVELENO – Ora c’è an che una taglia sull’orso ucciso presso Pettorano sul Gizio. La carogna dell’animale non reca ferite o tracce di violenza, quindi resta la più valida l’ipotesi dell’avvelenamento. Gli animali spesso hanno una sola colpa: esistere. Ed, esistendo, aver bisogno di mangiare per sopravvivere. Tanto basta a certuni per eliminarli. Magari per aver subito dei danni che, per la verità, vengono risarciti tardi e male. Avviene, sempre più spesso, e a pagare il conto sono più degli altri animali i pochissimi orsi che ormai abitano l’Appennino abruzzese. Meno di 50, nonostante siano decenni che ci si riempie la bocca e si tengono in piedi costosissime strutture di protezione.
Di solito chi uccide gli orsi, ma anche gli altri animali protetti, anche nelle riserve e nei parchi, non viene mai identificato: è capitato anche per orsi notissimi, tipo Bernardo. Ma anche in altri casi e per altri animali: tutti ricordano decine di grifoni morti avvelenati sulle montagne abruzzesi negli anni scorsi. O dei tanti lupi massacrati o anche loro avvelenati.
Mai una traccia, mai un colpevole, ed è una verità che stride con gli intenti e con la retorica (nonché con le enormi spese) dei troppi che parlano a vanvera di territori e fauna protetta.
Stavolta si prova a rintracciare i colpevoli con un altro sistema. Una taglia da 50mila euro per chi aiutera’ a rintracciare l’avvelenatore dell’orso marsicano trovato morto ieri ai margini della riserva del Monte Genzana nelle campagne peligne. E’ l’iniziativa degli animalisti dell’Aidaa. “Mettiamo una taglia che puo’ arrivare fino a 50.000 euro sulla testa dell’avvelenatore dell’orso marsicano – dice Lorenzo Croce presidente nazionale di Aidaa – se fosse confermata l’ipotesi dell’avvelenamento siamo pronti a pagare chiunque fornisca informazioni specifiche che permettano di individuare, denunciare e far condannare l’avvelenatore. Avvelenare un cucciolo di orso marsicano e’ un delitto prima ancora che un reato, e’ ora che questi delinquenti paghino le loro colpe e le paghino con condanne esemplari e non cavandosela con semplici multe”.
Le unita’ cinofile antiveleno del Corpo forestale dello Stato hanno iniziato nelle prime ore della mattinata a perlustrare l’intera area dove ieri e’ stato ritrovato l’orso morto ai margini della Riserva del Monte Genzana, fuori dalla zona di protezione esterna (ZPE) del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il nucleo cinofilo, composto da due cani ed un conduttore, altamente specializzato nella ricerca e nel rinvenimento di eventuali bocconi avvelenati e sostanze tossiche, sta setacciando tutto il territorio lungo il sentiero ciclabile che attraversa la zona boschiva in localita’ San Biagio della frazione Valle Larga, nel comune di Pettorano sul Gizio.


13 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.