Ricostruzione e poltrone ambìte
Bisogna sostituire quella degna persona di Giovanni Legnini, non più seduto sulla poltrona da sottosegretario con delega anche alla ricostruzione aquilana. Legnini stava lavorando, si presume con la solita serietà e misura, alla redazione di una legge per la ricostruzione, che in cinque anni e mezzo nessuno ha saputo produrre. E qui pausa: non trovate assurdo che dopo cinque anni e mezzo non ci sia ancora una legge del genere? Secondo noi può capitare solo in un paese scorbacchiato e malfermo come l’Italia.
Ma lasciamo perdere. Qui pare che il problema sia: chi collocare al posto di Legnini (che comunque per noi è una perdita)?
La politica, inguaribilmente ipocrita e artefice di machiavellismi talora turpi, sta lavorando e in molti amerebbero sedere dove era seduto il politico di Roccamontepiano. Insomma, una specie di riffa o più semplicemente una rissa, magari sotto traccia. Forse qualche protagonista dimentica che Legnini si occupava, sì, di ricostruzione, ma anche di altri grossi problemi nazionali.
Si sente capace chi sgomita di fare altrettanto? Ad un uomo qualsiasi, dotato di logica di base, il problema pare inesistente. Semplicemente, si scelga chi – fino ad oggi con risultati – si è occupato di ricostruzione. Chi capisce di economia e di amministrazione. O meglio, la persona giusta al posto giusto. Quella che ha dimostrato di saper produrre risultati.
I nomi? Non li facciamo nemmeno sotto tortura. Ma chi non li ha in mente? Quanto ai nomi di chi non ha combinato un tubo, di chi ha guardato inerte in panorama delle macerie, sono talmente tanti che dovremmo per farli centuplicare il nostro spazio. E a noi pare già troppo quello che abbiamo…
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