CISL: l’Abruzzo deve ripartire dall’industria


Pescara – L’export abruzzese che tiene, l’unico, è quello della Sevel e dei suoi furgoni Ducato. Un dato che fa pensare e riflettere.
“Abbiamo bisogno di ripartire dall’industria altrimenti l’Abruzzo non ce la fara’ a creare occupazione”. Lo ha detto, questa mattina, Maurizio Spina, segretario Cisl Abruzzo, nel corso di una conferenza stampa sulla situazione del sistema produttivo abruzzese. Presente anche il prof.Giuseppe Mauro, ordinario di Politica Economica della Universita’ D’Annunzio di Pescara-Chieti.
“La situazione – ha detto Mauro – puo’ essere rappresentata in due segmenti. Da un lato c’e’ la questione dell’occupazione che e’ molto seria, perche’ dal 2008 al secondo trimestre 2014 si registra una perdita di oltre 50 mila unita’. Dall’altro lato abbiamo una conferma del grande ruolo che svolgono le grandi imprese esportatrici presenti sul nostro territorio ma che non sono abruzzesi. In questo settore, stando ai dati Istat del secondo trimestre 2014 relativi all’export, si registra infatti una crescita che pone l’Abruzzo al quarto posto in Italia.
A questa situazione si contrappone lo stato di grande sofferenza delle piccole imprese che lavorando sul mercato interno e risentono fortemente del crollo della domanda”.
“Il sistema industriale abruzzese – ha sottolineato Spina – e’ ancora determinante per lo sviluppo della nostra regione, ma risente di un tessuto produttivo fortemente parcellizzato e non pronto a raccogliere le sfide competitive che il mercato globalizzato ci impone. Questi dati ci affidano un importante compito sulla capacita’ del sistema produttivo di intraprendere un nuovo cammino di crescita in Abruzzo, rafforzando la propensione all’esportazione, visto che i consumi interni continuano a scendere a causa del calo della contrazione del reddito disponibile delle famiglie, penalizzate da un’elevata tassazione e da una riduzione del lavoro. Il peso del valore aggiunto dell’industria sulla economia regionale resta comunque importante, come il tasso d’industrializzazione si attesta superiore alla media nazionale e rimane ancora elevato. Inoltre, in Abruzzo, sono da registrare fasi di riorganizzazione dell’apparato produttivo attraverso la riforma dei consorzi, l’incremento del numero delle imprese che hanno aderito ai Poli e ai contratti di rete, che sono passati da 32 aziende associate nel 2010 a 564 oggi”.
Secondo Spina per far ripartire l’Abruzzo “e’ fondamentale diventare una regione piu’ attrattiva per nuovi investimenti, come e’ avvenuto per la Carinzia, regione austriaca, individuando aree attrezzate; garantire una politica fiscale di vantaggio da parte dei Comuni interessati, tempi certi sulle procedure da parte della regione e una politica contrattuale delle parti sociali di vantaggio per limitare i costi di avviamento delle nuove attivita’”. Il segretario della Cisl chiede quindi al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, “di realizzare un nuovo patto per il lavoro e l’economia” e auspica che il governatore “convochi le parti sociali su proposte concrete per dare una svolta alle politiche industriali e creare occupazione in Abruzzo”.


12 Settembre 2014

Categoria : Economia
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