L’Abruzzo magnifico e ritroso
Si inaugura un rifugio a Colle Arcaro, la montagna di Canistro, quota 1500. Un luogo di una bellezza assoluta, tra paesaggi, boschi (che stupendi castagni…), cime austere, panorami su mezzo Abruzzo. Una bella notizia, assolutamente non divulgata, anzi quasi tenuta nascosta e confinata nei ristretti confini della zona. Cerchiamo su Internet qualcosa di questa montagna (che conosciamo, ma solo per hobby personale), del rifugio, di Canistro, tanto per aggiungere un’immagine alla bella notizia. Appresa, tra l’altro, solo casualmente da un dispaccio di agenzia.
Niente di niente, Colle Arcaro è inesistente. Un’immagine? Introvabile. Comune di Canistro? Un sito decisamente sguarnito: solo Terme e acqua imbottigliata. Non è un’eccezione, l’Abruzzo è così: stupendo e ritroso, nascosto, negato a chi vuole conoscerlo, come se turismo e visitatori fossero parolacce. Siamo nel 2014 come se fossimo nel 1914 o nel 1814. Da questi dati la Regione dovrebbe trarre la convinzione che è davvero tutto da rifare, anzi tutto da costruire, dalle fondamenta. Tra trabocchi lasciati crollare e bellezze negate, l’Abruzzo è una specie di perla. Bisogna trovare l’ostrica, o andare dal gioielliere, oppure contentarsi delle perle artificiali giapponesi.
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