Il terremoto? Per la Madonna
L’Aquila – A soli due mesi dall’uscita, è già in ristampa “Il nostro terremoto” del giornalista e scrittore aquilano Angelo De Nicola. Il terremoto raccontato da chi l’ha provato sulla propria pelle. E tutto a beneficio della… Madonna. Vediamo come. La pubblicazione contiene la raccolta del “Diario di un terremotato” curato dallo stesso De Nicola subito dopo il sisma e le più significative e drammatiche lettere dopo il 6 aprile pubblicate nella rubrica “Dillo al Messaggero” curata dallo stesso De Nicola. Una sorta di “diario collettivo” preceduto da un saggio dell’avvocato aquilano Attilio Cecchini sull’“Aquilanitas” alla luce del terremoto e, soprattutto, dell’immediato post-terremoto.
E ora il “diario collettivo” è diventato anche un’operazione civica collettiva a favore della città martoriata. Dopo l’inatteso successo in libreria e nelle edicole che ha reso necessaria la ristampa, One Group Edizioni, con Francesca Pompa e Duilio Chilante, l’Autore ed i tanti protagonisti dell’iniziativa editoriale con in testa l’avvocato Cesare Ianni, hanno deciso di destinare gli utili all’adozione di un’opera d’arte danneggiata dal terremoto per restaurarla.
Un intervento che voleva essere mirato: un passo a misura della gamba. Perciò è stato richiesto l’aiuto del Vice-Commissario delegato per la tutela dei Beni Culturali, ing. Luciano Marchetti che ha “sposato” l’iniziativa. «Devono essere gli aquilani a far volare L’Aquila – ha dichiarato l’ing. Marchetti- Ho quindi accolto con viva soddisfazione il proposito di destinare gli utili della ristampa del libro “Il nostro terremoto” al restauro di una delle tante opere d’arte offese dal terremoto. A beneficiare dell’offerta sarà il quadro della “Madonna del Popolo Aquilano.”, opera che attraverso questa nobile e generosa iniziativa avrà così modo di tornare al suo antico splendore».
A sostenere l’iniziativa promossa da One Group anche Lucia Arbace, Soprintendente ai Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici per l’Abruzzo – «La scelta appare quanto mai opportuna, si tratta di un’icona. Propongo fin d’ora – ha aggiunto la Soprintendente – di sistemare l’immagine sacra, dopo il restauro, in una cappella provvisoria affinchè possa essere fruita dalla popolazione”. In apparenza, una mera goccia nell’oceanica distruzione che ha colpito L’Aquila e le sue tante meraviglie, ma nello stesso tempo un segnale forte ed emblematico di presenza attiva nella ricostruzione. All’insegna dell’aquilanissimo motto “Jemo ’nnanzi”.
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