Sanità , D’Alfonso “va a vedere” e sentire
Pescara – SANITA’ CHE LASCIA A BOCCA APERTA: REPARTO RIANIMAZIONE NUOVO, MA FERMO. MANCA IL PERSONALE – Il governatore abruzzese prende tempo, quello che gli occorre per capire ed esplorare tutte le situazioni, annotare i problemi, le esigenze, le carenze, le necessità , eventualmente anche le aree e i problemi sui quali intervenire, di cui spesso non si ha una consapevolezza completa. Insomma, D’Alfonso “va a vedere e a sentire”, come un buon cronista che non deve accontentarsi di racconti di seconda mano. E da vedere e sentire c’è davvero molto…
La serie delle assurdità sotto le insegne del caduceo in stile abruzzese è lunga, ma un esempio può risultare molto eloquente: a Pescara, appunto, sono stati spesi molti soldi per il reperto rianimazione, che è stato addirittura inaugurato… ma non funziona. Inutilizzato. Perchè? Nessuno cada dalla sedia: mancanza di personale!
Forse c’è molto, non soltanto qualcosa, da capire, su come girano certi meccanismi e su come gestiscono e svolgono le loro mansioni certi superpagati dirigenti e manager.
Un metodo che D’Alfonso aveva “promesso” fin dai primi giorni del suo mandato, con particolare riferimento ai “conti” della Regione. Ora l’indagine si estende e prende corpo. Prima di tutto, a quanto parte, l’eterno punto dolente, la sanità , che costa moltissimo e non sempre è all’altezza. Soprattutto è da lunghissimo tempo commissariata. E non potrà restarci ancora a lungo.
Da tutte le parti si sbraita e si levano voci a proposito della sanità , si muovono accuse, si ferma il mirino aui manager che spesso la politica vuole non solo scegliere, ma poi anche abbattere quando vuole cambiarli. Come stanno le cose, D’Alfonso vuole saperlo da notizie di prima mano. Non rimasticate oppure teleguidate.
Il primo dei quattro incontri previsti con la sanita’ abruzzese, si e’ tenuto oggi a Pescara nell’ aula magna dell’ospedale civile tra il Presidente della Regione, Luciano D’Alfonso e il personale della locale Asl. Alla riunione ha partecipato anche l’assessore alle politiche sociali Marinella Sclocco.
Il confronto e’ stato promosso dallo stesso D’Alfonso nell’intento di conoscere le vere emergenze del mondo sanitario abruzzese per compilare “una lista delle cose che ci sono ancora da fare per migliorare uno dei servizi piu’ importanti ed essenziali per il cittadino, muovendoci lungo tre direttrici che sono le risorse umane, quelle strumentali e strutturali e le risorse della autonomia”.
Relativamente a questo ultimo concetto dell’ “autonomia”, D’Alfonso ha spiegato che sogna un sistema dove “chiunque abbia una responsabilita’ nella filiera istituzionale che eroga il servizio di cure sanitarie, non debba ogni mattina telefonare a chi sta sopra di lui per avere istruzioni, ma che sappia esattamente cosa deve fare e quali sono le sue competenze: non chiederemo nessun atto di ossequio, ma solo competenza, bravura e capacita’ organizzativa”. Secondo D’Alfonso, il sistema sanitario abruzzese costituisce un giacimento di competenze e di motivazioni professionali che merita di essere perfezionato relativamente alla capacita’ organizzativa, incoraggiando le capacita’ di autonomia e i punti di produzione del servizio salute. “Sono di fronte ad una comunita’ motivata, competente e vogliosa di partecipare alla stagione di rinnovamento fatta di rispetto della dignita’ della persona”. D’Alfonso, infine, ha voluto ricordare il caso di un finanziamento statale che nel 1998 ha interessato la sanita’ abruzzese: “abbiamo avuto a disposizione 600 miliardi di lire per il miglioramento del patrimonio edilizio sanitario: molti di questi soldi sono stati divorati in inutili relazioni progettuali e anche in gestioni di cantieri non assolutamente all’altezza dei bisogni reali di allora e tutto cio’ perche’ c’e’ stato un difetto di programmazione e organizzazione, che sono il contrario della sciatteria che a volte noi abbiamo visto”. “Noi su questo principio stiamo ricostruendo una nuova cultura della gestione sapendo che la qualita’ delle informazioni nutrono la qualita’ della organizzazione”.
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