La BPER sotto la vigilanza della BCE – Neppure una parola per migliaia di abruzzesi
L’Aquila – (di G.Col.) – Anche la BPER, insieme con altre 13 altre banche italiane, passa dal 4 novembre sotto la vigilanza della BCE, la banca europea guidata da Draghi. L’annuncio è comparso sulle pagine economiche nazionali dei quotidiani, ma neppure una parola o un commento della pur loquace – di solito – banca che localmente da alcuni anni ha messo mani e logo sulla Cassa di risparmio dell’Aquila e sulla Banca di Lanciano e Sulmona.
Forse alla clientela più accorta, visto che non tutti sono trogloditi, la decisione di Francoforte avrebbe anche fatto piacere.
Se la vigilanza europea, di fatto, sia una buona o meno buona notizia, lo scopriremo nel tempo come abruzzesi, e lo scopriranno gli altri clienti delle molte banche controllate dal gruppo che ha sede e cervello a Modena. Sulla loro pelle, ovviamente. Perchè non sempre ciò che va bene alla banca, viene esteso ai suoi clienti perchè lo condividano.
Certo gli utenti andrebbero rispettati un po’ di più da parte di questa banca che pare arrivata in Abruzzo per ridurre personale, stringere i laccioli della scarsella, trattare tutti con una sufficienza e un distacco a molti ormai sicuramente apparsi sgradevoli. Tanto che sono in molti, a L’Aquila, a rimpiangere la vecchia, casereccia e amichevole cassa di risparmio. Che forse, però, non era un visto come modello gestionale…
Rispetto poteva significare, per esempio, convocare una conferenza stampa e spiegare a tutti chiaramente cosa stava accadendo. Oppure, algidamente come preferisce fare Modena, spiegare e tranquillizzare con un giornalistico e limpido comunicato.
Niente di tutto ciò, notizie piovute dall’alto lette altrove.
Stando alle cronache economiche, per loro natura poco comprensibili dai comuni mortali, la BCE ha sciolto le riserve, svolto accertamenti, valutato tutto e deciso di esercitare una vigilanza unica su ben 120 banche europee, delle quali 14 italiane, e tra le 14 la BPER.
Banche sottoposte a “prova di sforzo” per verificarne le capacità e le reazioni. Prove di sforzo, di questi tempi, non sono davvero difficili da individuare. E poiché alla fine si parla di banche e di soldi, neppure difficili da immaginare. I parametri valutati da Draghi e da Francoforte sono il valore dell’attivo, ruolo e peso nell’economia nazionale, presenza sul territorio e sul mercato.
Se la banca supera lo check-up viene ammessa. Segno di salute, dunque, dopo questa specie di elettrocardiogramma sotto sforzo. Così almeno pare lecito supporre.
E questo avvalora quanto scritto sopra: bene avrebbe fatto la BPER a informare tutti e subito, trattando i suoi clienti come persone e non come numeri su libretti e conti correnti. Ma tant’è, grazie Modena.
L’Aquila e l’Abruzzo terranno a mente. E in particolare L’Aquila che deve rinascere aspetta dagli istituti di credito sostegno, fiducia, e, appunto, credito. O no?
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