Cinghiali? Danni enormi, risarcimenti zero
L’Aquila – L’ASSESSORE PEPE NON INTERVIENE AL CONFRONTO CON ALLEVATORI E IMPRENDITORI A TERAMO – L’intervista su questo giornale (leggibile nella rubrica delle interviste) a Dino Rossi del Cospa sul problema cinghiali ha smosso un po’ le acque ristagnanti dei tanti problemi dell’agricoltura abruzzese, ma non è riuscita a catalizzare l’attenzione dell’assessore regionale Pepe che, a Teramo, invitato ad un confronto con gli interessati sulla piaga dei cinghiali, ha scelto la strada da sempre più amata dalla politica: non esserci. Senza spiegare perché. Non è andato al confronto, punto e basta.
Una mossa non democratica, ma neppure politicamente conveniente, perché ora le polemiche, che ci sono sempre state ma più o meno sono state anche contenute, si infuocheranno. E verranno fuori delle situazioni assurde. Ecco la più assurda.
Parlando con gli allevatori, inabruzzo.comè venuto a sapere – e pubblica – dettagli non secondari. Il primo e il più incredibile è che i cinghiali provocano danni spesso ingenti che, riconosciuti e certificati, debbono essere risarciti. Ma non lo sono mai stati dal 2010 ad oggi. La conferma senza mezzi termini ci viene proprio da Dino Rossi del Cospa, imprenditore agricolo di Ofena tra quelli fortemente danneggiati dai cinghiali.
Predatori che Rossi stesso abbatte quando li sorprende sulle sue proprietà a distruggere orzo o mais, o altre colture. I capi caduti sotto le sue fucilate sono almeno 25 in poche settimane.
Perché i danni non vengono risarciti? Nessuno di coloro che ne hanno diritto lo sa, oppure ottiene spiegazioni dagli uffici, che non siano ripetuti pretesi o rinvii a tempo indeterminato. Su questo argomento l’assessore Pepe avrebbe dovuto rispondere, perché pare che le province non ricevano i fondi dalla regione. Burocrazia? Palese volontà di negare i diritti degli allevatori? Oppure un occulto disegno, dicono gli imprenditori: usare i soldi per altri interventi, tipo la banda larga per l’agricoltura, costo 25 milioni. Chi ha interesse in questo importante intervento?
Esiste una legge (la 157 del 1992) che riconosce il diritto all’abbattimento dei cinghiali invasivi e dannosi anche nelle aree di protezione in prossimità dei parchi, se arrecano danni ad aziende agricole. Gli allevatori volevano chiedere all’assessore all’agricoltura perché non si procede ad abbattimenti di questo tipo, visto che in Abruzzo le aree protette sono davvero tante e ospitano migliaia di cinghiali che vi si rifugiano. Dopo le loro massicce e continue scorrerie, naturalmente.
I problemi restano “appesi” all’infinito, benché qualche provincia stia effettuando modesti abbattimenti, pur nella consapevolezza che le reti elettrificate (costate molti soldi) sono inefficaci, talvolta inutili e persino dannose, se inceneriscono per esempio delle lepri invece dei cinghiali. I quali, comunque, se numerosi, le superano perché le scariche elettriche possono colpirne uno o due al massimo, poi si interrompono.
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