Perdonanza, finalmente la strada giusta?
L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: in evidenza lo spettacolare fenomeno il giorno del solstizio, e sotto il “gioco dell’Assunta”, decorazioni pavimentali e un intarsio lapideo che ricorda una coppa, un calice: il Graal?) - Per la Perdonanza celestiniana – che esiste da 30 anni, anche se è sempre rimasta un evento tra pochi intimi, con qualche migliaio di osservatori mordi e fuggi, peraltro sempre meno numerosi – si è forse, finalmente, imboccata la strada giusta. Con il solido aiuto dell’ENI che rimette in sesto la chiesa.
Qual è? Semplice, promuoverla, farne un evento capace di attirare, di finire sui giornali e in tv, e approdare in quel mare magnum confusionario ma seguito da milioni di persone che si chiama Internet.
Promuoverla senza inventarsi strategie pubblicitarie da saponetta, rispettandone e anzi valorizzandone l’aspetto storico, mistico e culturale. L’evento aquilano è sempre rimasto, appunto, aquilano. Angelo De Nicola lo racconta nel suo ultimo libro. Maria Grazia Lopardi ha elevato l’attenzione su Collemaggio e Celestino V. Altri libri (pochi) hanno sicuramente messo in luce la ricorrenza, la sua “dietrologia”, i fascinosi enigmi e misteri legati ai Templari e a L’Aquila pensata come nuova Gerusalemme.
Ma la svolta non c’era. Ora c’è. Molto semplice: portare la Bolla del Perdono all’Expo’ 2015 di Milano, stenderla sotto gli occhi di milioni di persone, italiani e stranieri, moltiplicando all’infinito la curiosità, attirando l’attenzione, calamitando tutti coloro che di Celestino V non sanno nulla o quasi. Un colpo di genio, questa estensione all’Expo’ milanese. E anche un’occasione irripetibile, insieme con l’ambito riconoscimento a livello di Unesco.
Se L’Aquila sarà capace anche di uscire dagli schemi polverosi, di produrre e realizzare nuove idee, o magari di farsi aiutare da professionisti del settore, potrà costruirsi “anche” sulla Perdonanza. Ma c’è bisogno di volare alto. Finora si sono visti solo voli da galline, e sentiti starnazzi.
Le polemiche sono sterili e non risolvono nulla. Ma resta il fatto che la maggior parte degli abruzzesi non conosce la Perdonanza, non ritiene di dover andare ad assistervi, non ne vede il motivo. Figuriamoci chi non è abruzzese… Né manifesti, né qualsiasi altra forma di promozione (anche terra terra). Solo sforzi di pochi volenterosi, che sanno di non cavare, alla fine, un ragno dal buco. E nessuno negli alberghi o nei ristoranti. Pochi soldi, nessuno sponsor, silenzio sfrontato e caparbio da chi avrebbe dovuto dare una mano, e invece le mani le tende per lucrare affari e benefici dalla ricostruzione. Uno squallore, un basso profilo, e la ferma volontà di svoltare, oppure chiudere.
Collemaggio rinasce, l’ENI ha donato alla città un beneficio immenso, generoso. Forse pensa che ne valga la pena. Ma è tempo di cominciare a pensare anche localmente, uscendo dalle panie dei bassi profili e dei concertini morsicando un panino secco e costoso.
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