Sicurezza CASE, chiesto tavolo tecnico – Collaudo provvisorio divenuto definitivo… in una specie di silenzio-assenso


L’Aquila – LA CRONACA – L’ultima notizia, confermata in tv questa sera dal vice sindaco Trifuoggi, foto, è che per il balcone crollato il collaudo sarebbe divenuto definitivo… per burocrazia, non per effettiva regolarità. Infatti, ci sarebbe stato un collaudo provvisorio, che con il trascorrere del tempo sarebbe divenuto definitivo. Insomma, la burocrazia, i ritardi, le solite cose non fatte consentirono che il tempo trascorresse… poi, alla fine, ciò che è provvisorio diventa definitivo e nessuno se ne occupa più… Una sorta di assurdo silenzio-assenso.
E allora bisogna andare fino in fondo.
La richiesta di convocazione di un tavolo tecnico, con il Governo e con il Dipartimento di Protezione civile, sulla situazione del progetto Case. E’ quanto ha stabilito la giunta comunale a seguito del crollo di un balcone nel quartiere Case di Cese di Preturo e alla luce dei problemi emersi anche in altri insediamenti. L’esecutivo ha inoltre stabilito di avviare ulteriori verifiche strutturali sull’intero complesso Case, ai fini di accertarne la consistenza e le modalita’ di realizzazione, di rivalersi, in merito a qualunque falla in fase di progettazione o di realizzazione delle strutture, sulle polizze fideiussorie a suo tempo sottoscritte per obbligo di legge e pertanto dotate di copertura anche laddove la ditta esecutrice fosse nel frattempo fallita, e di procedere, infine, con delle denunce penali in merito a quanto accaduto e ad altri analoghi episodi verificatisi in fasi antecedenti.
“Il tavolo tecnico con Governo e Protezione civile che, a suo tempo, promossero la realizzazione del progetto Case – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – e’ necessario per poter avviare verifiche complessive sia in merito allo stato e alla tenuta delle strutture, sia all’accertamento di responsabilita’, sia, infine, al reperimento del necessario sostegno tecnico e logistico rispetto ad un lavoro non da poco. E’ evidente che, intanto, in relazione alle falle gia’ rilevate in passato e a quelle che dovessero emergere, ci avvarremo delle polizze fideiussorie, che ci sono, contrariamente a quanto affermato da qualcuno, e del resto erano obbligatorie per legge. La giunta intende inoltre procedere, una volta acquisiti gli atti e la documentazione necessaria dalla Protezione civile, con delle denunce formali in merito a questi fatti e ad altri verificatisi nel tempo, perche’ e’ giusto e doveroso che chi ha sbagliato paghi in tutte le sedi opportune. Nel frattempo – ha concluso Cialente – la nostra principale preoccupazione e’ garantire, con opportune verifiche e perizie tecniche, la tenuta del complesso, a tutela dell’incolumita’ dei cittadini e cercando di arrecare loro meno disagi possibili”.
LE DOMANDE E LE RIFLESSIONI – Scrivevamo nei giorni scorsi, riferendo del crollo del balcone a Preturo, che bisogna prima di tutto accertare chi fece i collaudi e come furono fatti. Oggi tutti parlano di collaudi e si fanno domande. Meno male.
A prescindere dall’impresa, che, se è come si dice fallita, sarà ben difficile richiamare a qualche responsabilità, la Procura mira a stabilire se sia vero – prima di tutto – che lavorerebbe ancora. Forse sotto altri nomi.
Quando si edificano degli edifici, presumiamo, sia pure in assoluta e totale emergenza, esistono progetti, progettisti, direttori dei cantieri, e dopo anche collaudatori. Esiste, o dovrebbe esistere, anche chi durante i lavori controlla la loro validità. Esiste, o dovrebbe esistere, chi periodicamente si accerta delle condizioni degli edifici, specie quando arrivano numerose segnalazioni di guasti, infiltrazioni, difetti, problemi nei muri e nei pavimenti. Esiste, o dovrebbe esistere, chi si occupa della manutenzione e degli interventi necessari. Se una serie di strutture comunque costruite in emergenza (e costate un’enormità a metro quadrato) esiste in un contesto dal clima severo (quello aquilano sicuramente lo è), appare normale che tutto venga lasciato senza controlli e senza verifiche, quanto meno nelle parti più esposte e critiche come i balconi?
E’ una lunga serie di domande che sicuramente la Procura si porrà e porrà a chi riterrà in grado di rispondere. Già si dice che potrebbero spuntare sviluppi “clamorosi”. Un termine banalmente cronistico, che sovente nasconde semplicemente degli sviluppi ovvi, normali. Vogliamo sintetizzare al massimo? Se i balconi crollano, se i pavimenti di inarcano, se i muri marciscono, se si ripetono infiltrazioni, ci sarà pure qualche problema da qualche parte. E anche qualche responsabile. Vero che quando si parla di responsabilità, attorno si fa il vuoto e tutti si eclissano scaricando il barile. Ma stavolta il morto non ci è scappato davvero per una fortuita circostanza.
E agli abitanti delle CASE e dei map non si possono raccontare favolette da notte di Natale.


04 Settembre 2014

Categoria : Cronaca
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