Balcone crollato, inchiesta e divieti
L’Aquila – I BALCONI PER ORA SONO… VIETATI – Dopo il crollo di ieri del balcone di una delle palazzine del progetto “Case”. di Cese di Preturo, il sindaco Massimo Cialente, ha emesso l’ordinanza per impedire che gli inquilini dell’insediamento degli alloggi antisismici escano dai balconi, ritenuti non sicuri dopo il crollo di uno di questi. Il balcone crollato era posto al secondo piano di una palazzina prefabbricata post-sisma in via Volonte’ ed era finito sul terrazzo dell’appartamento al piano inferiore.
Intanto, la forestale ha eseguito oggi il provvedimento di sequestro del balcone del Progetto C.A.S.E. di Cese di Preturo, crollato ieri in via Gian Maria Volonte’. Il sostituto procuratore della Repubblica Roberta D’Avolio ha disposto il sequestro del balcone e della porzione esterna della facciata dell’edificio oggetto di distacco dell’elemento crollato, al fine di procedere agli accertamenti tecnici per verificare le cause del crollo.
La vicenda ha turbato la città , destando preoccupazioni. Il balcone crollato – per fortuna senza far male a nessuno – in una palazzina del progetto CASE-map nella frazione aquilana di Preturo apre un problema: ora occorre verificare le condizioni di tutti gli edifici, che sono 4.500 e ospitano migliaia di migliaia di persone in 19 quartieri periferici. I balconi sono praticamente, in diverse tipologie progettuali e costruttive, nella maggior parte delle palazzine. Solo i map piccoli non ne hanno, essendo muniti di semplici finestre a poche decine di centimetri dal suolo circostante. Il crollo a Preturo è un caso sporadico? Nessun può dirlo, bisognerà svolgere rapide verifiche, ma ci vorrà tempo. E denaro.
Il sindaco Cialente ha disposto un’inchiesta e la ricostruzione dell’iter a suo tempo riguardante l’edificio in questione. Ci sono vuoti o omissioni nella progettazione, nella costruzione, nei collaudi? Di sicuro, il crollo è’ dovuto a difetti strutturali. Insomma, casa fatta male, “arronzata” durante quei mesi di febbrile intervento costruttivo, che coinvolse a quanto pare almeno venti imprese di tutta Italia. Molte delle quali fallite, come pare sia fallita proprio l’impresa che lavorò nell’edificio di Preturo.
Subito dopo il terremoto, per portare sotto un tetto migliaia e migliaia di sfollati, non si passò certo per il sottile. Tutto avvenne velocemente, le case spuntarono, la gente le occupò. Da tempo si era capito che molti edifici sono difettosi, malfatti, “arronzati” appunto. Che potessero crollare i balconi, punto debole ed esposto di ogni struttura multipiano, non se lo aspettava nessuno. Un problema difficile e un momento di sommari giudizi che vanno evitati, ma di certo c’è che il morto, o i morti, sono stati evitati per puro caso. O miracolo, come dice qualcuno. Adesso bisogna andare a fondo senza chiacchiere e isterismi. Ma anche senza perdere tempo o scherzare.
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