Montagna, stavolta a Vado di Focina
Chieti – Scrive Luciano Pellegrini: “Domenica 31 agosto, causa le previsioni meteo che prevedevano cattivo tempo e temporali, ho deciso di uscire ugualmente, ma scegliendo un percorso senza pericoli, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L’escursione inizia da Vado di Focina (1383 mt), proseguendo per il Malepasso (1515 mt) e per Monte Meta (1784 m).
Il territorio interessato è compreso fra le province di Pescara e L’Aquila. Il Voltigno, con l’immensa piana, ha vari inghiottitoi di formazione carsica. Importante la fauna, i panorami e la flora che è molto rigogliosa. Mi ha stupito vedere il croco selvatico, con il colore dei petali viola, noto anche con il nome di zafferano maggiore o falso zafferano, per la somiglianza con il Crocus Sativus, dai cui filamenti vermigli, si ricava la nota spezia giallastra.
Uno dei significati attribuiti al croco è quello della passione e dell’amore sensuale ma, questo fiore, svetta ed abbellisce il manto nevoso quando è sicuro che ormai non nevicherà più. Invece, ha un’altra fioritura, a fine estate… o ha percepito che in questi giorni nevicherà? Poi, una rarità, il mirtillo rosso.
Parcheggiata la vettura al Vado di Focina, il sentiero inizia immediatamente sulla destra, visibile, il primo tratto abbastanza ripido ma è breve. Il percorso è un continuo saliscendi in una bellissima e curata faggeta, purtroppo parzialmente segnato.
Si giunge così ad un terrazzo, (1515m), il Malepasso, dove bisogna fermarsi e fotografare una delle più belle viste del Gran Sasso. Si vede il Monte Bolza, caratteristico con la sua cima a forma di cappello di alpino e un po’ più lontano…, il Cefalone, il Gran Sasso con le tre vette(orientale – centrale – occidentale), quindi Vado di Corno dove inizia il sentiero del centenario con il Brancastello – le Torri di Casanova – l’Infornace – il Monte Prena – Vado di Ferrucio e dirimpetto al terrazzo, quasi da poterlo toccare, il Camicia. Sono vette che vanno dai 2500 ai 2900 metri. Poi, la piana di Campo Imperatore, il piccolo Tibet d’Abruzzo.
La vista spazia all’infinito e dopo aver scattate tante foto, si prosegue il cammino verso il Rifugio Ricotta, (1517 m),che si affaccia sulla piana di Campo Imperatore.
Tornando indietro, ad un bivio a 1515m, si prende una carrareccia visibile a destra, che porta alla Vallestrina, dominata e protetta dal roccioso Monte Meta (1784m). Purtroppo, non c’è sentiero per raggiungere la vetta e la salita è ripida, rocciosa e faticosa. L’erba è molto alta ed i ginepri non ti fanno calpestare il terreno. Per agevolare questa situazione, è più facile superare qualche breve passaggio di 1 grado, su roccia stabile. Insomma si arriva alla sella (1700m). Ora c’è da fare l’ultimo ripido tratto, ma i tuoni mi hanno fatto riflettere. Sono solo e sicuramente la discesa alla piana del Voltigno non sarà semplice, specialmente se non segnata. Infatti, bisogna addentrarsi in un fitto bosco e si procede per intuizione. Non si intravvedono tracce, no ometti, né bandierine ma, all’improvviso…, su un tronco di un faggio… vedo un nastro di plastica che sventola…Con attenzione, su questa infida discesa, si vedono altri nastri che fanno raggiungere una radura. Da qui non ci sono più segnali. Lo sconosciuto che con tanto altruismo ha segnato il sentiero, avrà terminato il nastro?
Si seguita a scendere, camminando un po’ a destra e un po’ a sinistra ma la piana, ormai, si intravvede in mezzo ai rami. Si arriva ad un faggio dove c’è una freccia e una scritta … MTB.Giusto riposo dopo 4 ore di cammino ed inizia la pioggia. Sensazione unica, il rumore “schioppettante” sulle foglie e rami secchi, il profumo del terreno bagnato, un silenzio, una pace, quasi vien voglia di dormire. Però, c’è ancora un’ora di cammino per arrivare alla vettura. Si raggiunge il Lago Sfondo, dove si dissetano le vacche e le poche pecore, perché c’è sempre l’acqua, al contrario dei tanti inghiottitoi e laghetti carsici asciutti.
La tradizione paesana fantastica che questo lago non abbia fondo… da ciò il suo nome.
Proseguo su una carrareccia e ormai si vede l’uscita.
Non è semplice raggiungere il Monte Meta, né da NORD, piana del Voltigno, per la fitta faggeta , né da SUD, da Campo Imperatore, perché ripido e roccioso. Anche se non segnato, dal Malepasso, OVEST, invece di scendere verso il Rifugio Ricotta, conviene guadagnare la cresta che si vede ad occhio, senza difficoltà. Poi, percorrendola tutta, è molto panoramica, con lo sguardo ai due versanti,sulla Vallestrina e sulla Piana del Voltigno,si arriva alla sella e quindi la vetta. Il ritorno per lo stesso itinerario.
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