L’Aquila, Far West… con grande distribuzione
L’Aquila – Molti negozi chiudono uno dopo l’altro, in tutti i piccoli centri sono scomparsi: a L’Aquila e nel centro storico rinunciano a riaprire le botteghe sloggiate dal sisma e poi dai cantieri. I pochi coraggiosi che tengono duro campano di stenti. Nella falcidia commerciale, cominciano a figurare anche i primi piccoli centri commerciali comparsi oltre 20 anni fa, ormai inadeguati, incapaci di “reggere” i prezzi della grande distribuzione e le sue offerte speciali a valanga.
I supermercati medi e grandicelli sono sempre più numerosi, invadenti, spesso simili se non identici l’uno agli altri, e si moltiplicano in periferia. Sono spesso semivuoti, tranne i pochi che praticano prezzi da deflazione.
Al di là degli annunci e delle note ufficiali inviate ai mass media di fiducia, forse è utile qualche riflessione. E qualche stimolazione a chi solitamente incassa (anche colpi bassi) e tace. Ormai nell’area aquilana (che è diventata molto grade, soltanto in estensione, ma di certo non ha più abitanti di prima… anzi molti di meno) siamo ad un numero elevato rispetto alle esigenze di una comunità peraltro stanca, sfiduciata e poco incline alla spesa. I dati diffusi oggi dicono che ormai il 25% delle famiglie ha tagliato persino gli acquisti alimentari. Il crollo è medio e nazionale, ma di certo locamente le cose non stanno molto diversamente nè meglio.
Tutto ciò che sta accadendo, incluse le ultime drammatiche notizie sulla deflazione, non convince nessuno, evidentemente, e lascia gli operatori commerciali – quasi sempre estranei, forestieri o stranieri – del tutto indifferrenti: forse contano sulle proprie capacità di soffocare la concorrenza. Comunque contano su un territorio stravolto, che si lascia abbindolare e almeno per un breve periodo di tempo diventa cliente. Oggi il commdercio non nutre speranze di un … futuro lungo.
Aprira’ il 4 un nuovo supermercato Di+ nella frazione aquilana di Bazzano, sulla Strada Statale 17 al km 41. L’apertura di questo nuovo punto vendita, che va ad aggiungersi a quello gia’ presente in localita’ Campo di Pile “testimonia la volonta’ del Gruppo Fioravanti, fa sapere lo stesso gruppo in una nota, di cui la catena Di+ fa parte insieme a DIMEGLIO, di investire sulla citta’, garantendo e incrementando i livelli occupazionali. Il Gruppo, ormai quasi centenario, dimostra cosi’ ancora una volta di credere nelle potenzialita’ del proprio territorio”.
Dato il proliferare irrefrenabile della grande distribuzione, bisognerà anche intensificare controlli sul rispetto delle norme sul lavoro. Capita sempre più di frequente che i contratti siano quanto meno da verificare, o che gli stipendi arrivino tardi o per niente. Se la grande distribuzione non porta benefici per i consumatori e il mondo del lavoro, non può essere considerata un’evoluzione commerciale. Ci sono imprenditori corretti e marchi rispettabili (Di Meglio è tra loro), ma non sempre è così. Il sindacato, che non ama approfondire certi argomenti e toccare certi santuari, dovrebbe forse essere più assiduo e attento. E magari dire la sua, come suole fare sempre meno spesso.
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