Italia, anomalia a livello globale
Belgrado (Serbia) – Scrive l’aquilano Giulio Petrilli: “L’Italia, è l’unico paese in Europa, dove di fatto il cittadino vittima di un errore giudiziario, non viene risarcito né dal magistrato che sbaglia, né dallo Stato.
Il decreto legge, approvato dal consiglio dei ministri di venerdi’ scorso, sul pacchetto giustizia prevede un cambiamento sulla responsabilita’ civile dei giudici.Si allarga la possibilita’ di poter richiedere questo risarcimento alle persone vittime di errori giudiziari.Con la legge attuale, dal 1987 ad oggi, su circa 150mila errori giudiziari solo 4, dicasi 4 magistrati, sono stati riconosciuti colpevoli di errore per dolo e colpa grave.
E’ una cosa incredibile, che spero con obiettività il segretario dell’Associazione nazionale magistrati riconosca tale.
Il tutto nasce dal fatto che i magistrati giudicano se stessi e si autoassolvono sempre.Questo e’ il vero punto che va riformato e spero che qualche parlamentare, nel corso della discussione, abbia il coraggio di presentare un emendamento in tal senso.Essendo una domanda risarcitoria che il cittadino vittima di ingiusta detenzione indirizza al governo, il governo non puo’ affidare la decisione a una corte di magistrati, ma costituire una commissione composta da docenti di giurisprudenza che stabilscano se il magistrato ha sbagliato o meno.
Solo cosi’ si puo’ ristabilire l’imparzialita’ e se non c’ e’ questo punto nulla cambierà .
Tutto sara’ come prima, ci sara’ piu’ accessibilita’ per presentare le domande, ma non cambiera’ nulla.
La triste considerazione e’ che x il cittadino vittima di un errore giudiziario, al di la’ della rivalsa sul magistrato che non ottienne mai , ma non ottiene quasi mai neanche la riparazione x ingiusta detenzione, dove nell’articolo di legge 314c.p., nel primo comma c’è una clausola, quella del dolo e colpa grave che e’ palesemente anticostituzionale, in quanto vieta il risarcimento alle persone assolte se hanno avuto cattive frequentazioni.Questo ha significato l’introduzione del giudizio morale nel nostro ordinamento giudiziario, incompatibile con i valori della Costituzione”.
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