Renzi torna a promettere visite
L’Aquila – QUESTA MATTINA E’ TORNATO ALLA CARICA – SARA’ SETTEMBRINO COME… I FICHI FELLACCIANI – Il premier Renzi, ormai perennemente ipercinetico o attaccato a tastiere e touch, fa sapere a modo suo – nel corso della mattinata, tra una notizia catastrofica sull’economia, la deflazione, ma anche lo slittamento della riforma della scuola – che “a settembre sarà a L’Aquila, per parlare non solo di scuole”. Senza polemiche, ricordiamo che la prima visita delle tante mai avvenute, Renzi la promise prima ancora di diventare premier quando era candidato alla guida del PD. Gli altri annunci lo davano all’orizzonte entro agosto. Non s’è visto, e nessuno ha perso il sonno: tanto i guai che abbiamo ce li teniamo comunque.
Renzi da capo del governo, di visite ne ha fatte diverse, ma non in Abruzzo, bensì in altre regioni occupandosi di scuole.
Certamente un problema enorme ovunque, ma smisurato in un’area terremotata come quella aquilana, dove in sostanza quasi ovunque a cinque anni abbondanti dal sisma gli studenti e i professori bazzicano e bazzicheranno anche fra pochi giorni musp. I moduli “provvisori”…
Tra l’altroieri, ieri e oggi le notizie si accavallano, mai certe, mai scritte e sottoscritte come si pretenderebbe dalle autorità politiche. L’ultima l’ha diffusa lo stesso Renzi. Prima di lui, due giorni fa un uomo di Governo, l’abruzzese Legnini, avrebbe fatto sapere a qualche giornalista (ma non sarebbero più seri dei comunicati, sottosegretario?) che Renzi sarebbe arrivato a breve scadenza, con la legge per la ricostruzione in mano finalmente bella e pronta. O almeno sicuramente instradata.
Legnini lo avrebbe detto a Fossa, parlando appunto della fantomatica legge sulla ricostruzione. Nessuno o pochi sapevano della visita di Legnini. Che i politici scelgano i blitz a sorpresa per evitare domande di giornalisti sfrontati? Ma no, Legnini non è così. Forse qualcuno vicino a lui pensa che sia così o vuole farlo apparire sfuggente? Tutto pùò essere…
Questa legge sulla ricostruzione, manco fosse un dono del cielo dopo oltre cinque anni, è una sorta di ectoplasma indistinto. Non si sa dove sia, a quale punto. Nebbie, sporadiche indiscrezioni, soffiatine di politici, evidentemente per spararla grossa e vantarsene quando davvero ci sarà . Magari, è facile supporre, in presenza di Renzi aureolato tra i sofferenti profili del paesaggio aquilano ormai diviso a metà tra gru e macerie, map, musp, torri smozzicante, cupole incartate.
La notizia di Renzi a L’Aquila in settembre ha avuto, infine, l’onore dei telegiornali nazionali di metà giornata, persino quello paludato, noioso e pieno di politica chiamato Tg1 della Rai.
Naturalmente, nessuno parla di legge sulla ricostruzione, ma si sa tra spizzichi e bocconi di mezze notizie teleguidate, che l’iter dovrebbe essere in corso.
La politica è sempre stata ambigua e incline alle soffiate più che agli impegni seri, formali, con tanto di indicazioni precise. Oggi lo è cento volte di più perchè le poste in gioco sono grandi. Dispiace che di certi metodi e metoducci da parrocchia anni Sessanta siano, alla fine, paladini anche politici rispettabili e importanti.
Ma Renzi arriva, state tranquilli se non lo eravate. A fare e dire cosa, lo vedremo e sentiremo. Poi, non vi illudete, i tempi saranno ancora lunghissimi: una legge prima di superare le approvazioni e di diventare esecutiva, in una caricatura di democrazia come la nostra, ha un avvenire lungo come la fettuccia di Terracina. Calmi, affezioniamoci al presente, perchè il futuro è remoto.
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