No alle trivelle: in Abruzzo l’ambiente vince sul petrolio


Pescara – Finalmente è possibile tirare un sospiro di sollievo. Dopo voci e incertezze, la conferma: la proposta di legge «Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale» voluta dal presidente della regione Gianni Chiodi per evitare che il territorio abruzzese venisse indiscriminatamente danneggiato da una ricerca petrolifera incontrollata riceve il plauso di Legambiente e WWF. «Il confronto tra le aree interessate da richieste di concessione per ricerche ed estrazioni di idrocarburi e le aree sulle quali la proposta di legge esclude tali attività – spiegano Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, e Dante Caserta, consigliere nazionale WWF – evidenzia la volontà dell’Abruzzo di non lasciare spazi alla deriva petrolifera. Tutti devono collaborare per giungere ad una legge condivisa, confermando quell’unità che, nonostante i distinguo di merito, non mancò al momento dell’approvazione della precedente legge regionale poi impugnata dal Governo Berlusconi.»
Nonostante siano necessari tutti i possibili aiuti per la ricostruzione, per racimolare i quali il governo si è spinto fino all’emanazione di lotterie istantanee, concessione di autorizzazioni per l’installazione di nuove slot machines e una severa regolamentazione dei casinò online per non lasciarsi sfuggire neppure un centesimo, gli Abruzzesi non sono disposti a tollerare qualunque tipo di intervento sul loro territorio eseguito col solo scopo di una ricerca cieca di eventuale ricchezza.
I responsabili delle associazioni ambientaliste continuano: «La Regione deve impegnarsi a redigere il Piano di Gestione Integrata della zona costiera previsto dalla disciplina comunitaria e nazionale, capace di valutare nello specifico anche gli influssi delle attività petrolifere sul sistema costiero. »
Infatti, il combinato disposto della normativa vigente mette al sicuro dallo scempio le zone già sottoposte a tutela a qualsiasi titolo, ma lascia scoperta la possibilità di impiantare attività estrattive in prossimità della costa. Ed è su questo fronte che si gioca la prossima partita: integrare la norma e raggiungere un accordo tra interessi e competenze che permetta di svolgere attività mineraria ed estrattiva senza ledere gli interessi ambientali e paesaggistici della comunità. Ci sono venti giorni di tempo per raggiungere questo scopo.


10 Dicembre 2009

Categoria : Cronaca
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