Tocca anche l’Abruzzo l’inchiesta sul vino
Siena – Si estende anche in Abruzzo, per il momento in misura da verificare, l’inchiesta sul vino partita dalla Toscana. E sono in molti ad aspettarsi il peggio tra i produttori di etichette note, prestigiose e anche – naturalmente – molto costose. Dopo il Brunello di Montalcino, sono finiti nel mirino della GdF per frode in commercio anche le aziende del Chianti Docg e dell’Igt Toscano. Sono 17 gli indagati e 42 le aziende vinicole coinvolte nel Centro-Nord Italia. Gli indagati, secondo la GdF di Siena, reperivano ‘sistematicamente enormi quantita’ di vino non rispondente al disciplinare (Igt o Docg), anche di bassissima qualita’, per poi procedere ad assemblaggi per un quantitativo stimato pari a circa 10 milioni di litri’. Le misce venivano poi rivendute sul mercato con denominazioni di pregio (tra cui, di nuovo, anche Brunello e Rosso di Montalcino). Per nascondere i reali trasferimenti del prodotto da un’area geografica all’altra, venivano usati sistemi di falsificazione di registri di produzione, di vinificazione e di fatture fiscali. Le indagini sono una costola dell’inchiesta sul Brunello di Montalcino che ha visto indagate 13 aziende (93 avvisi di garanzia) tra le piu’ note del Consorzio di tutela del Brunello per aver prodotto vini non conformi al disciplinare. Il gip di Siena, riferisce la GdF, ha accolto le richieste di sequestro preventivo avanzate per le ipotesi di reato di associazione a delinquere e frode in commercio aggravata. Le aziende coinvolte risiedono in gran parte in Toscana e in Abruzzo, Trentino, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna.
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