Una beffa per Noemi, leggi farraginose


L’Aquila – Chi – incluso il papa – non spera che alla fine Noemi di Guardiagrele possa essere curata, o si possa alla fine almeno tentare di curarla con le staminali? Ma questa speranza (che purtroppo non è una certezza del buon esito delle infusioni, se mai ci saranno) da oggi è più lontana, anzi meglio, più incerta nella farragine assurda delle leggi italiane. Come abbiamo riferito in cronaca, le staminali e le apparecchiature mediche di Brescia (negli Spedali della città lombarda) sono state sequestrate dai NAS per ordine della magistratura di Torino.
Dare inizio alle infusioni sul corpicino di Noemi martedì, come era stato deciso, potrebbe essere illegale. E non avverrà. Qui emerge una situazione che ha indotto il padre di Noemi a dire oggi – riferisce la tv – disperato: “Sono inorridito”.
Le cure dovevano essere tentate in base ad una sentenza del tribunale dell’Aquila. Una sentenza diventa illegale? Un tribunale decide illegalmente?
Nessun dubbio sul corretto operato dei magistrati, quelli di Torino come quelli dell’Aquila. Un’infinità di dubbi sulle leggi e sulle procedure italiane. Torino agisce perché tutti coloro che si occupano di cure con le staminali sono sotto inchiesta. Un’udienza su questo caso è prevista tra qualche settimana. Ma L’Aquila lo sapeva? E sapendolo, poteva emettere una sentenza?
Nessuna voglia di demolire o di gridare allo scandalo, come è onestamente ingiusto prendersela con il ministro Beatrice Lorenzin. L’uso di rimedi medici deve essere testato e dichiarato sicuro al 100×100, altrimenti non si può azzardare nulla. Bene, tutto giusto.
Incompresibile, invece, che una procura indaghi mentre un tribunale giudica ed emette una sentenza. O che un tribunale emetta una sentenza mentre una procura indaga. Un groviglio di competenze, un intreccio del tutto illogico di atti.
Se un caso è sub judice, dovrebbe essere convogliato in un unico ufficio, facendo in modo che le decisioni siano tempestive e non mai assurdamente contrastanti. Non si sta discutendo di un appezzamento di terreno contesto, ma di una vita umana. La politica parla di riforma della giustizia, ma dimentica le regole e le procedure, gli scontri tra diverse competenze, i contrasti incomprensibili per un cittadino. Indecifrabile, inoltre, il ruolo degli avvocati.
Prima di tutto si decida subito se le staminali sono una cura oppure no, se si possono adoperare in casi come quello di Noemi, oppure no. Ma si decida senza perdere tempo, e, se necessario, si affidi tutta la pratica ad un solo giudice. Una volta per tutte. Se esiste un caso clamoroso, doloroso, di incertezza del diritto, è quello di Noemi. Che sta facendo perdere alla gente la poca fiducia sopravvissuta in chi pensa che l’Italia sia sempre meno abitabile.


24 Agosto 2014

Categoria : Cronaca
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