No al divieto di nascere ad Atri
Atri -Nessuno può impedire ai bambini di Atri di nascere ad Atri.
Nella città si nasce, del resto, da diverse migliaia di anni. Una città dalla storia antichissima non accetta di perdere il punto nascita nel suo ospedale, nel quale avvengono mediamente 500 parti l’anno.
Atri è al centro di un’area demograficamente e socialmente rilevante, nell’entroterra adriatico, sui colli. Ora la Regione fa sapere che si sopprime il punto nascita, perchè 500 parti all’anno non sono sufficienti per tenerlo in vita.
Ad Atri però non sono molto disposti a mollare. Il consiglio comunale all’unanimità ha approvato una mozione e chiesto un confronto con il commissario alla sanità , D’Alfonso, e l’assessore Paolucci. La stessa cosa faranno probabilmente anche le altre città candidate a fermare le nascite locali. Tutti diranno di no. L’Abruzzo minore non vuole tarparsi, amputarsi: certo, ridurre i punti nascita è un tipo di taglio davvero impopolare. La regione dovrà darsi da fare per convincere tutti della necessità di questo risparmio.
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