Inchiesta trabocco, fuori i perchè
San Vito Chietino – Perchè il trabocco dannunziano il 26 luglio è crollato, travolto dal mare? Evidentemente era ammalorato da tempo, ed è bastato poco per spazzarlo via. Una macchima da pesca è costruita (comme è avvenuto sempre storicamente) per stare in mare. Inoltre che fossero necessari restauri era ben noto tanto che era stato deciso di praticarli. Le domande alle quali occorrono risposte, che la gente chiede alla Procura di Lanciano impegnata in un’inchiesta, sono poche ed essenziali. C’erano i soldi per l’intervento? C’erano le pratiche per avviarlo? Perchè non si è intervenuti con maggiore solerzia e senza aspettare troppo tempo?
Esiste in burocrazia qualcosa che si chiama estrema (le scartoffie preferiscono la parola “somma”) urgenza: lavori che occorrono presto e ben fatti, altrimenti si perde un bene, o si metta a rischio l’incolumità . Chi deve muoversi presto e bene? Sicuramente le amministrazioni locali, ma anche le autorità preposte alla tutela dei beni artistici, monumentali e storici. Comunque, il trabocco è di proprietà del Comune.
I cittadini di San Vito, ma non solo loro, chiedono risposte e chiarezza. E, se occorre, anche un’azione punitiva. Nei palazzi tutti debbono mettersi in testa che è finito il tempo delle lungaggini, dei rinvii, del “dopo Ferragosto ne riparliamo”. Se questo paese fosse diverso, le risposte le darebbero tutti coloro che debbono darle. Invece occorre affidarsi alla magistratura, perchè nessun altro si è fatto sentire, assumendosi responsabilità che di qualcuno dovranno anche essere.
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