Ambulanti abusivi, balletto di ipocrisie


L’Aquila – E’ inevitabile, evidentemente, che nel nostro paese si debbano superare – spesso di parecchio – le barriere dell’ipocrisia, la bandiera che non viene mai ammainata. Per i cronisti, è quanto meno stucchevole che si susseguano, e si debbano riportare per dovere di informazione, in queste ultime ore, le note e le dichiarazioni di autocompiacimento di talune autorità nella improvvisa e sospetta guerra agli abusivi del commercio ambulante. Se non amate i giri di parole, e noi con voi, scegliete la definizione più banale ma anche più comune: i “vu cumprà”. Quelli che a Martinsicuro e Alba, ieri e oggi, hanno gridato “basta con i controlli”. Certo, non ci sono mai stati…
La storia somiglia a quella – millenaria – della prostituzione. Le lucciole esistono da sempre, ed esistono da sempre i loro clienti. Per secoli sono state tollerate, più spesso utilizzate, oggi si chiamano escort e allignano a tutti i livelli. Contro le più deboli, quelle di strada, si infittiscono gli strali dell’ipocrisia, i conati di “lotta al fenomeno”, senza mai cavare un ragno dal buco. Del resto, se mancano leggi e regole chiare e precise, chi può estirpare le lucciole? Ma a molti conviene usarle come trampolino di popolarità e medaglia politico-elettorale. Così si va avanti da sempre.
Ora scoppia la guerra a gente ancora più debole, i vu cumprà, Migliaia di africani, ma ormai anche di altri continenti, che abbiamo lasciato immigrare in Italia, senza preoccuparci di loro, tollerando per anni che diventassero – quelli più onesti, spesso laureati e sempre padri di famiglia – venditori abusivi di paccottiglia a due soldi. Un commercio balordo o sordido, dietro il quale si celano grossi interessi di produttori di tali merci, caporali e grossisti, che tengono in pugno i venditori. Una porcheria all’italiana che ha radici non solo nella solita Napoli, ma anche nella grassa Romagna e in altre regioni.
Se si fosse voluto affrontare il problema, negli anni, senza tracotanze (come quella in atto ora), si sarebbero regolarizzati gli abusivi, imponendo loro regole e tasse, spazi e orari. Invece, i vu cumprà sono sopravvissuti per almeno due decenni, spesso creando problemi (possono essere anche invasivi e noiosi, d’accordo), tra inerzie, indifferenze, forse convenienze, sicuramente evasioni fiscali e altre illegalità sotto gli occhi (chiusi) degli stessi che oggi digrignano i denti e diventano severi tutori della legittimità.
Oggi che il Ministro Alfano alza la voce, la solerzia di guardie, istituzioni, sindaci, diventa una vanteria. Fino ad oggi Alfano, forse, era distratto, sicuramente lo erano tutte le altre autorità, a cominciare dai prefetti e dai questori.
Naturalmente, lo zelo – che diventa vanteria in comunicati e note autoelogiative – è ingiusto tanto quanto l’inerzia precedente. E tutto esplode come problema sociale, perché migliaia di vu cumprà non sanno come mangiare e dar da mangiare ai loro figli, che spesso sono italiani di nascita.
Bel problema, possiamo esserne fieri. Abbiamo rimesso in piedi una buffonata all’italiana.


19 Agosto 2014

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.