Ateneo d’Annunzio, stipendi sforbiciati

Chieti – L’Università annuncia: niente più indennità accessoria mensile per quasi 350 dipendenti impiegati della d’Annunzio. Nelle buste paga di fine agosto mancheranno somme che potranno arrivare, in alcuni casi, fino a quasi 500 euro. Per i lavoratori delle sedi di Chieti e Pescara una decisione illegittima, da impugnare e da respingere con manifestazioni che potranno anche essere eclatanti. Per il direttore generale Filippo Del Vecchio (foto) una decisione inevitabile, alla luce delle più recenti disposizioni in materia. Parte delle somme che i dipendenti non troveranno nelle buste paga potrebbe essere recuperata con il riconoscimento di lavoro straordinario. Ma, certamente, la soluzione prospettata non va giù a chi riceverà una busta paga davvero molto leggera.
L’indennità fu accordata, dopo il 2005, dal rettore Cuccurullo e dall’allora direttore Napoleone. Per anni è andata avanti, ora, secondo l’ateneo, bisogna recuperare le somme elargite indebitamente, e si tratta di molti milioni di euro. La d’Annunzio intende recuperare almeno un milione l’anno. I lavoratori non ci stanno ed è prevedibile che resisteranno affidandosi ad esperti legali, specialisti nel diritto del lavoro. L’ateneo va verso un braccio di ferro che potrebbe anche essere molto lungo e impegnativo.
La decisione di alleggerire le buste paga sarebbe stata adottata senza un preventivo confronto con i sindacati, e soprattutto dopo molti anni. I lavoratori si chiedono perché sia occorso tanto tempo per decidere e, se vi sono state nuove regole e norme arrivate dall’alto, perché non se ne sia parlato con gli interessati. Il taglio viene giudicato decisione brutale e unilaterale, non preceduta da una corretta e approfondita informazione.