Fiorani, scienza e documentazione
L’Aquila – UN LIBRO SUL CAOS CLIMATICO CHE TUTTI DOVREBBERO LEGGERE – (di G.Col.) - Si può scrivere un ottimo libro scientifico-ecologico, dedicato al clima, e far sì che sia leggibile, senza noia, dalla prima pagina all’ultima. Un piacere leggerlo sia per chi mastica qualcosa di scienze, per chi segue film, articoli, resoconti sulle minacce che incombono sul mondo, sia per chi parte digiuno convinto che l’ecologia sia lo strepito di taluni sprovveduti che cercano visibilità e confondono i neutrini con i neutroni. Del resto, l’ex ministra Gelmini dimostrò facendo ridere l’Italia intera di ignorare totalmente i neutrini, argomento da prima liceale… Ed era ministra dell’istruzione.
Se l’autore del libro è Alfredo Fiorani, studioso, poeta, scrittore, romanziere, saggista, il libro è possibile. Anzi, è già in libreria, edito da Europa Edizioni, e si intitola “Contronatura. Il caos climatico, gli uragani non sono una metafora“. Fiorani è quello che un tempo si definiva multiforme ingegno. Con Giampaolo Giuliani, aveva curato il suo libro sui terremoti aquilani.
La sua attività è variegata e vasta. E’ abruzzese di adozione e vive attualmente a Sulmona.
In questo suo recente lavoro coglie, come si dice, in pieno l’obiettivo e rispetta le sacre regole di ogni vero scrittore: è tempestivo, attualissimo. Ha scelto il momento giusto. L’estate 2014 piena di bombe d’acqua (la fantasia di certi meteorologi e di tanti giornalisti è limitata come il loro linguaggio…), anomalie climatiche, bizzarrìe che cominciano quanto meno a preoccupare – non solo gli scienziati, ma anche l’economia – uno studio sugli uragani e non solo è il formaggio sui maccheroni. Nessuno potrà più dire che mancano documentazione e informazione, dati estesi e completi, spiegazioni di fenomeni senza enfasi ed esagerazione, aggiornamenti su ciò che si fa nel mondo per capire. E magari studiare rimedi, se siamo in tempo.
Qualsiasi rimedio, però, per i guasti del globo, va detto subito, è prima di tutto tardivo, in secondo luogo inefficace nell’immediato, perché quando il mondo si è rotto, occorre tanto tempo per risanarlo e non si è sicuri di riuscirci.
Fiorani parte da illustri predecessori: Dickens e Verne, si muove nel tempo verso gli hippies, racconta la storia del carbone e della rivoluzione industriale inglese (che aprì la porta all’inquinamento più massiccio), parla degli idrocarburi e del surriscaldamento globale (una certezza, basti pensare al ghiacciaio del Calderone che si liquefa sul Gran Sasso)proda all’era nucleare con tanto di elenco completo degli incidenti: o almeno di quelli sicuramente documentati.
Il cammino diventa di alto valore storico e scientifico parlando di energia atomica da Einsten a Fermi. Ci si inoltra quindi tra uragani e disastri in un mondo che cambia (in peggio), fino alla prospettiva di riconversioni etiche e diritti delle generazioni future. Che, comunque, vanno tutelati in una collaborazione globale.
Un bel libro, un manuale di consultazione, ma anche un insegnamento e un’esortazione per politici potenti o meno potenti, mentre India, Cina, Brasile, crescono e inquinano cento volte più di noi, ansiosi di benessere ed emulazioni della vecchia Europa e delle Americhe del Nord.
C’è uno spazio di speranza? Fiorani non è drammatico o catastrofista, è serio. Consapevole ed equilibrato, grandi doti di questi tempi. Auspica una migliore relazione tra umanità e ambiente, visto che il mondo è saturo e non ne può più: ci sta avvisando a gran voce. L’esempio delle civiltà antiche è essenziale. Sapremo trarne insegnamento? Verrebbe da dire: o la minestra o la finestra. Ma se riusciremo, anzi ci riusciranno perchè per noi c’è poco spazio e tempo, penne come quella di Fiorani avranno dato il loro contributo determinante.
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