Quante ASL? D’Alfonso enigmatico
Pescara – Nell’intervista di Ferragosto, che tradizionalmente la Rai registra con i vip della politica, oggi al tg3 Abruzzo, il presidente Luciano D’Alfonso non si è – diciamo – sbottonato molto sul tema attuale del numero delle ASL abruzzesi. Attualmente sono quattro, una per provincia, ma dovrebbero diventare due (L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti, si presuppone) oppure una sola per tutta la regione. Il giornalista Silvano Barone ha rivolto a D’Alfonso una domanda molto diretta e molto semplice: quante pensa debbano essere le future ASL in Abruzzo?
D’Alfonso, con l’abilità dialettica che gli è propria, in sostanza non ha risposto, aggirando la domanda, e negando di far conoscere il suo orientamento personale sull’argomento. Segno che il problema c’è ed è rilevante. Per il presidente abruzzese, quando finirà il commissariamento della sanità , occorreranno riforme e sarà istituito un tavolo di monitoraggio. L’obiettivo è garantire visite il tempi rapidi, e territorializzare la sanità , ha detto D’Alfonso. Insomma, una buona sanità , a costi più contenuti (ovvero senza sprechi, si può supporre), meglio gestita, e così via. Chi non vorrebbe una sanità così?
In verità , e il riserbo di D’Alfonso forse può lasciarlo pensare, i problemi esistono e come.
Prima di tutto, con una ASL unica, quale sarà la sede? In Abruzzo questioni del genere sono sempre scottanti. Inoltre, si parla di taglio delle guardie mediche nei centri montani minori. Quali, dove? Celenza Trigno, ad esempio, ha già fatto capire ieri di non essere disposta a perdere la sua guardia medica. Altri centri, tipo Rocca di Mezzo, oppure Roccaraso, accetteranno riduzioni e tagli sulla sanità territoriale? E’, del resto, accettabile che centri dalla forte vocazione turisticica e con molte presenze in alcuni periodi, perdano la guardia medica semplicemente perché non raggiungono i 3.500 abitanti, come pare voglia il Governo?
Sanità , tanti soldi e tante spine, ma anche risultati sovente modesti e insoddisfacenti, da sempre, come fu per Chiodi e come certamente sarà per i suoi successori. C’è da augurarsi che la forza, la volontà costruttiva di D’Alfonso, la sua ampiezza di vedute lo aiutino a tenere bel saldo il timone.
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