La placca spinge, l’Adriatico (e non solo) trema da Nord a Sud: cerchiamo di capire
(Immmagini: in evidenza la placca africano-adriatica – la microzolla – che spinge verso nord e passa lungo la costa – La mappa di una delle scosse più elevate, 3,4 ml, alle 2 e 4 di oggi – L’Adriatico che “spinge” e si insinua sotto la penisola, causando il sollevamento delle montagne) – NUMEROSE SCOSSE LUNGO LA COSTA – (di G.Col.) – Nessuna autorità e istituzione, tanto meno la Protezione civile abruzzese o marchigiana (che non hanno voce, evidentemente), o i sindaci, sembra essersene accorta, ma la costa adriatica tra Marche e Abruzzo trema ripetutamente con scosse sensibili fino a 3,4 di magnitudine locale. La gente è spaventata, più dai silenzi e dalla mancanza di informazioni, che dalle scosse. Com’è andata questa mattina dalle 2 in poi, questo giornale ve lo ha raccontato quasi… in diretta. Semplicemente consultando il bollettino dell’Istituto di geofisica. E senza occultare o eludere.
LE SCOSSE – Alle 2 e 4 minuti, questa mattina, scossa 3,4, e tutti l’hanno sentita bene. Ma i terremoti sono stati tanti, e tutti, adesso, con epicentro in mare – una ventina di chilometri a largo – esattamente in corrispondenza con il confine tra Marche e Abruzzo, più precisamente all’altezza della foce del Tronto, tra S.Benedetto e Martinsicuro. Un’area definita a bassa sismicità nelle mappe. Ma, evidentemente, non immune dai fenomeni sismici generati da ipocentri locali, piuttosto profondi, a circa 30 km sotto il basso fondale adriatico. Quelli che possono aversi lungo una linea di placca. Una lunga e profonda faglia, mai silente.
SILENZI E RESPONSABILITA’ – Perché è sconfortante che tutti tacciano, che alla popolazione non venga spiegato nulla di ciò che sta accadendo? Ribadito che nessuno può prevedere i terremoti, e che nessuno deve diffondere allarmismo, non resta, in un paese civile, che fornire spiegazioni e seria informazione. Completa e veritiera.
Ma dei terremoti in zone turistiche non si parla… Neppure delle forti scosse che in luglio hanno avuto epicentro tra Rimini e Riccione. E, di conseguenza, mordacchia anche sugli altri terremoti adriatici, che da una settimana sono decine e decine. Magnitudine per fortuna non elevata, ma “punte” fino a 3,4: significa che la scossa si sente e come, e fa paura. Non sarebbe meglio parlarne e far capire a tutti cosa accade, quali rischi ci sono.
L’AQUILA NON HA INSEGNATO – E’ evidente che il terremoto dell’Aquila e soprattutto il processo alla Commissione grandi rischi non hanno insegnato nulla a nessuno, neppure a chi dovrebbe assumersi delle responsabilità precise e doverose. Ma preferisce tacere e aspettare che la gente dimentichi e pensi a cocomeri e selfies.
C’è ancora chi, oggi, racconta di un processo “alla scienza” e di una condanna “per non aver previsto il terremoto”. L’Italia o è cretina, o è in malafede.
COSA ACCADE ALLA PLACCA – I terremoti si stanno ripetendo da settimane lungo tutto l’Adriatico, sponda italiana. Da Metaponto a Rimini-Ravenna. Più a sud, vulcani in eruzione e scosse nello stretto di Messina.
Le scosse più vicine a noi si sono manifestate dapprima numerose e frequenti a largo di Porto Recanati, poi più a sud, tra S.Benedetto e Martinsicuro. Ma anche, giorni fa, in Molise e nel Gargano.
IL CORNO CHE SPINGE – Basterebbe persino ad un sindaco consultare una carta sismica (se non ne è capace, si può far aiutare) e osservare che la placca adriatica (una specie di “corno” africano, che scientificamente si chiama zolla o microzolla adriatica) penetra in Italia da Metaponto, corre ipogea fino al Gargano e segue poi la costa adriatica fino alla Padania. Dove si sono avute, peraltro, diverse scosse.
La situazione è perfettamente e semplicemente raffigurata nell’immagine che abbiamo inserito in evidenza all’inizio di questo articolo. Il bordo nero delinea il “corno” in tutto il suo sviluppo, quasi interamente sottomarino.Questa specie di spuntone africano spinge verso l’Italia adriatica e la pianura padana. E’ palese che sta spingendo in questo periodo, e che i terremoti sono tutti localizzabili lungo il tracciato italiano della placca. Il movimento delle placche terrestri non è mai uniforme e regolare: può accelerare o rallentare per cause ancora non ben note.
Cosa vogliamo dire parlando di queste cose?
FORSE SPIEGANDO… – Che forse, spiegando alla gente la situazione, alle prime ripetute e insistenti scosse adriatiche, si sarebbe potuto dire: “Badate bene, probabilmente si potrebbero verificare terremoti adriatici: è possibile, non prevedibile, e lo è sempre. Ancora di più in certe circostanze”. Chi dovrebbe farlo? Qui la domanda diventa difficile: in questo paese, è sempre arduo individuare i titolari di doveri e responsabilità. Siamo un paese di elusività: tutti neutrini, capaci di attraversare l’Universo senza accorgersi che esiste. Non reagiamo mai con nulla e con nessuno. E la colpa, se c’è, è sempre di altri.
Un suggerimento ci sarebbe. Come avviene in alcuni paesi del mondo, si confezionano semplici e chiari documenti televisivi con animazioni e si fanno diffondere dai mass media.
Sarebbero denari ben spesi, molto meglio dei tanti che le istituzioni sprecano favorendo giornali amici con inutili inserti, pubbilicità, testi mal scritti e immagini poco visibili. E promozione di sciocchezze che fanno comodo solo ai soliti amici.
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