La Festa popolare anche per L’Aquila
Roseto – Scrive Ugo Centi: “Per il sesto anno consecutivo, a partire dal 2009, Pio Rapagnà e Giovanna Forti dedicano una serata della loro “Festa Popolare” a L’Aquila ed alla sua ricostruzione. E come ogni volta mi invitano. Ieri sera insieme al giornalista Rai Umberto Braccili, autore del libro “Macerie dentro e fuori” sui ragazzi “fuori sede” vittime del sisma, ed alla giornalista rosetana Mirella Lell, protagonista di una mirabile (come solo Mirella riesca a fare con la sua bravura e professionalità) presentazione di un romanzo scritto da una “non” aquilana sulla città colpita dal sisma: Il librto si intitola “Bella me” e l’autrice è Donatella Di Pietrantonio. Mi ero segnato qualche parola sul libro, che ho ritrovato. Eccole:
Confesso che non amo leggere libri sul terremoto dell’Aquila.
Non so perché. Forse tendo a rimuovere quell’esperienza. L’amica Giovanna Forti, però, mi ha “sottoposto” questo bel romanzo di una scrittrice nata ad Arsita (Te), che vive e fa la dentista-pediatra a Penne (Pe) ed ha scritto un eccezionale romanzo che parla dell’Aquila conquistando recensioni autorevolissime e nazionali (La Repubblica, Corriere della Sera, Sole24Ore, eccetera).
Così il sisma del 6 aprile 2009 rientra da questa finestra che non si riesce a chiudere dalle pagine poetiche di “Bella mia”, che è appunto il titolo del romanzo di Donatella Di Pietrantonio, edito da “Elliot” di “lit Edizioni, Roma. Entra con i suoi lutti struggenti; la “zona rossa” presidiata dall’Esercito e magari il ragazzo con il mitra che ferma la protagonista un giorno di neve mentre riesce furtiva dalla “città proibita” in quanto semi-distrutta. Entra con gli amori e le avventure giovanili di una città “anche” di studenti che tiravano tardi la sera nei locali del (ex)centro. Rientra con le “C.A.S.E.” provvisorie e la loro variegata composizione sociale. Rientra con la paura del terremoto e la vita che continua. Continua dopo. Continua diversa.
Allora la vita nelle “piastre”, come vengono chiamate in alternativa le “C.A.S.E.” e, soprattutto, quei momenti lì, di quella “scossa” per colpa della quale la protagonista perde la sorella gemella e diventa “madre” di un ragazzo quasi a sua “insaputa”, aiutata dall’anziana mamma. In mezzo alla vita quotidiana. Che non si ferma. Si modifica e modifica. Ma va avanti. Sempre. E noi con lei”.
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