Comunque, sberle al Vate d’Annunzio


Comunque la si voglia giudicare, la vicenda che a Pescara (e ormai grazie a Casapound anche altrove) coinvolge il nome di Gabriele d’Annunzio, è una sberla per il Vate. E per la dignità abruzzese.
Un poeta si rispetta e si onora, non deve diventare tema di ridicole polemiche comunali, nè di spunti (colti al volo con grande prontezza) per celebrazioni nostalgiche.
Casapound, che qualche libro lo legge, ha affisso ieri in diverse città abruzzesi striscioni con frasi dannunziane sul volo a Vienna: il 9 agosto 1918 fu la data; agosto 2014, a Pescara goffamente “cancellano” il poeta dai simboli della città. Magari, se qualcuno in Comune usasse di più il cervello (e i libri di storia…), si sarebbe potuto almeno scegliere un altro periodo per sbianchettare… Il poeta, a Pescara spesso lo dimenticano, è comunque un grande poeta, un altissimo della letteratura italiana e non solo. Quanti poeti italiani sono noti all’estero? A parte Dante (che non molti capiscono, evidentemente…), veramente pochini, per non dire nessuno.
D’Annunzio può essere politicamente discusso, amato o odiato, ma è Pescara. La sua città lo rispetti civilmente, non lo schiaffeggi, non fornisca a Casapound spunti (ben afferrati al volo). Sia seria.
Non copra la vita di ridicolo, come fece L’Aquila quando qualcuno decise di cancellare la camera del Duce a Campo Imperatore. Per fortuna, senza esito. La storia e le persone non si annullato con un soprassalto di burocrazia ( un po’ sciocca, anzi tanto). Ognuno ha la sua, quella che merita, peraltro.



10 Agosto 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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