Il parco, o un’ennesima fregatura?

“Dopo 13 anni di attesa, forse è la volta buona per la costa dei trabocchi”. E’ il commento di Legambiente Abruzzo alla notizia che il Governo ha proceduto alla nomina di Pino De Dominicis a commissario del Parco nazionale della costa teatina, ridando (speriamo) credibilita’ e dignita’ all’Abruzzo regione verde d’Europa. Altri dicono, acidamente, che un disoccupato della politica ha trovato ruolo e collocazione. Se il prescelto fosse stato del loro colore politico, non lo avrebbero detto… E’ sempre la solita musichetta stonata.
Forse sarebbe più saggio bofonchiare: aspettiamo. Se entro qualche mese, l’Abruzzo continuerà ad attendere – come ha fatto per 13 anni – questo parco, la scelta politica e il profluvio di commenti saranno stati ciarpame inutile. La solita fregatura.
Dopo tante lezioni amare, in materia di ambiente (siamo la regione verde più imbrattata, sconquassata, tossica, trivellata, franata, gasificata d’Europa) l’Abruzzo che conta più parchi, oasi, vincoli, protezioni (burletta) e riserve (ma anche orsi uccisi) che abitanti a due gambe, non può fare altro che invocare fatti. Decisi, chiari e veloci.
Senza voler negare autentiche vocazioni e tanta buona fede in taluni, dobbiamo ammettere che l’ambientalismo da noi è quasi sempre stato un mestiere, un varco per la politica, una specie di missione non impossibile per farsi spazio o aprirsi porte. Trionfi e vittorie, l’ambientalismo nostrano non ne può proprio annoverare. L’ultima beffa sono i trivellatori di petrolio e gas in Adriatico, sponda croata, che sghignazzano e si accingono ad arricchire mentre noi berciamo e combattiamo contro giganti petroliferi, gasdotti, elettrodotti, depositi di gas sotto la Majella. Fogne nel mare. Fiumi al veleno. Bandiere blu revocate.
E’ tutto da rifare. Cominciamo con questo parco dei trabocchi, finchè ce ne resta qualcuno in piedi.