Il sindaco, i mugugni e gli auspicanti
(Immagine: un’edizione delle Profezie di Nostradamus) – Circolano sui giornali, ma sicuramente di più nei nidi politici disseminati qua e là , mugugni e mezze parole sulla possibilità che il sindaco Cialente, nelle frescure autunnali, decida di farsi da parte. Capire le motivazioni di tali dicerie è come interpretare i versetti di Nostradamus: ognuno alla fine può leggerci ciò che vuole, inclusi foschi presagi e astruse premonizioni di eventi snocciolati nel tempo.
C’è, comunque, chi, caparbiamente anticialentiano, annusa qualche segnale positivo nella macchina comunale, percepisce sentori di migliorie, avverte che – arrivati altri soldi – la ricostruzione può camminare a passo più spedito. Insomma, non è infondato supporre che ci sia chi medita di salire a bordo della diligenza scalzando il cocchiere. La serpa ha sempre attirato chi non arriva a sedercisi. E null’altro desidera, se non eiettare chi la occupa. Che lo faccia perché la gente ce lo ha mandato con il voto, è del tutto secondario. I piragna della politica ritengono il voto popolare un dettaglio.
Cosa abbia in mente Cialente, lo sa solo Cialente. E certo non va a scriverlo su Facebook, dove pure scorrazza volentieri. Cosa pensa la gente aquilana, molta gente, è facile da descrivere: se le cose vanno meglio, che senso ha pensare a rivoltarle come calzini da rammendare? Se finalmente spunta un po’ di luce a Est, presagio di un’alba, cosa significa chiudere la finestra? Serve solo a chi, preferendo la notte, vuole continuare a dormire. L’Aquila può permetterselo?
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