Ovini e tratturi, Cdc tentano rilancio
Castel del Monte – PROGETTO TRATTURI PORTE APERTE – Rispunta un’idea “nuova”: valorizzare ed esaltare i tratturi, le millenarie strade della transumanza dall’Abruzzo verso la Puglia. Non è certo la prima volta, i tentativi nel passato sono stati numerosi, sempre finiti nel nulla. Come quasi tutte le idee che mirano a scopi culturali e non solo lucrativi. Se non c’è il tornaconto immediato, il grande stanziamento sul quale tuffarsi, pochi sono interessati a darsi da fare…
Ma oggi ci si riprova, sono le Camere di commercio a muoversi, speriamo con migliori risultati: è anche una questione di valori storici e culturali.
E’ stato presentato oggi nell’ambito della 55esima Rassegna ovini di Campo Imperatore, il progetto “Tratturi porte aperte”, promosso dalla Camera di commercio.
L’iniziativa, che rientra nel piu’ ampio programma “Le vie dei tratturi” del sistema camerale nazionale, tende al recupero delle produzioni tipiche e delle attivita’ economiche che ruotano intorno ad esse, oltre a valorizzare le ricchezze storiche, culturali, paesaggistiche e ambientali dei territori rurali, che insistono lungo i tratturi della transumanza. Sono tanti e lunghissimi, solcano l’Abruzzo dai monti all’Adriatico, ma la gente di solito lo ignora e li scambia per sentieri da pecorai ormai quasi estinti.
“Queste strade verdi, in passato, non hanno assolto solo alla funzione di vie delle greggi e dato forma a particolari organizzazioni culturali e zootecniche”, è stato rilevato, “ma hanno assunto un fondamentale ruolo socio-economico, noto come civilta’ della transumanza, determinando gli insediamenti umani e contribuendo a disegnare l’assetto complessivo del territorio. Questo fenomeno millenario, rintracciabile anche in Spagna, Francia, Svizzera e Germania, in Italia trova la sua piu’ evoluta affermazione in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata”.
“Nel corso degli ultimi decenni”, ha sottolineato Santilli della CdC , “si e’ assistito ad un crescente interesse, da parte del consumatore, verso il ‘localismo agro-alimentare’ e la riscoperta delle tradizioni. Il nostro territorio possiede tutte le caratteristiche richieste dal mercato: prodotti gastronomici e artigianali di alta qualita’, spazi verdi, aria salubre, bellezze architettoniche e paesaggistiche. Pertanto, le aree che insistono sui percorsi dei tratturi, possono diventare fattore di sviluppo sociale ed economico dell’intero territorio. Occorrono, pero’, iniziative per permettere il rilancio di queste zone, il recupero delle produzioni tipiche, la valorizzazione dei prodotti di nicchia, il rafforzamento del collegamento tra ambiente, agricoltura e tradizioni. Azioni che, su scala interregionale”, ha concluso Santilli, “possono rafforzare gli sforzi dei singoli territori”.
I tratturi, di propieta’ demaniale, sono sottoposti a vincolo della Soprintendenza per i beni archeologici. Dal 2006 e’ attiva la candidatura di “La transumanza: i regi tratturi” a patrimonio dell’umanita’ dell’Unesco. Candidatura presentata dal ministero per l’Ambiente e dalla regioni Abruzzo, Molise, Campania e Puglia.
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