Cultura e Premio Croce, un colpo d’ala
L’Aquila – (di G.Col.) – (Foto: Benedetto Croce e Margherita Hack) – Raramente la cultura abruzzese si eleva – con un colpo d’ala – al di sopra dell’ordinario e del banale. Lo ha fatto con il Premio Croce, a Pescasseroli, ma purtroppo – o per decisione di chi sa chi – nessuno o quasi ne ha saputo nulla. Un ufficio stampa distratto? Un’organizzazione zoppicante? Chi sa. Sta di fatto che l’iniziativa – di alto profilo, una volta tanto, in una regione sonnacchiosa e omogeneizzata – è passata quasi inosservata, se si esclude qualche “pezzo” in nazionale su giornali che sono riusciti a sapere qualcosa. O che piacevano agli organizzatori.
Il Premio dedicato al filosofo – don Benedetto – originario di Pescasseroli, anche se di cultura, scuola e pensiero partenopeo, ha unito il pensiero con la scienza, e che scienza: l’astronomia, un ambito che include l’astrofisica e le più suggestive evoluzioni della ricerca nel mondo che culturalmente conta. Prima di tutto, acclarato che siamo – letteralmente – figli delle stelle (dalle quali arrivarono gli elementi che ci compongono fisicamente), che bella idea unire Croce a Margherita Hack – spentasi circa un anno fa – e chiamare nel Parco d’Abruzzo astrofisici, scienziati, scrutatori di stelle e galassie, osservatori del cielo e dell’Universo fin nei suoi remotissimi precordi a 13/14 miliardi di anni luce di distanza. L’età del mondo da noi conosciuto, sapendo che forse non è l’unico, ma sicuramente per noi è tale, visto che non potremo mai guardare oltre.
La nona edizione del Croce (tra Pescasseroli e Montenerodomo) è stata dedicata alla Hack, grande esploratrice del cielo e piacevole scrittrice di scienza divulgata. Con la partecipazione di scrittori ma pure di scienziati del cielo (anche abruzzesi) di quelli capaci di suscitare in noi le domande da sempre care a tutti i filosofi, tipo “chi siamo e da dove veniamo”.
Alla Hack un premio alla memoria, presente il direttore dell’osservatorio di Trieste, dove la scienziata toscana lavorò per decenni. Qualche legame tra lei e l’Abruzzo, inoltre, c’è, visto che da giovane ha Hack, con il marito, si intrattenne a L’Aquila, città di cui lei ciclista per hobby ricordava le impervie salite. Il premio Croce, nona edizione, è di Chiara Frugoni per la narrativa; Antonio Gnoli e Gennaro Sasso per la saggistica; Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (giornalismo). In giuria anche Dacia Maraini.
La “puntata” a Montenerodomo è un richiamo al paese di origine paterna del filosofo.
Speriamo che l’edizione decima, l’anno venturo, sia meno carbonara e più riferita in acconci comunicati stampa e materiali informativi. Per il bene dell’Abruzzo, naturalmente, se vogliono. Altrimenti, se lo tengano pure nascosto.
Non c'è ancora nessun commento.