“La Gran Cornata” che ci espulse tutti
Pescara – Edizioni Tracce manda in libreria l’ultimo libro di Errico Centofanti, “La Gran Cornata”, che nel sottotitolo recita “il Terremoto dell’Aquila: quello del 6 Aprile 2009 e quello del dopo”. Centofanti s’era già occupato di terremoti, anni fa, ricostruendo da fonti archivistiche fatti e conseguenze del tragico sisma che aveva atterrato L’Aquila nel febbario del 1703. Questa volta, invece, racconta dal vivo l’altro lato del Terremoto dell’Aquila del 2009, cioè l’abbandono a definitiva distruzione di uno dei piú vasti e pregiati centri storici d’Italia. Il libro sarà in distribuzione dal 17 dicembre.
Giornali e televisioni hanno raccontato in lungo e in largo nel vasto mondo che tutto va bene: nel centro storico dell’Aquila chiunque può passeggiare tranquillamente; la ricostruzione è partita immediatamente, consentendo a tutti i terremotati di mettersi al sicuro nelle “new towns”, dentro case realizzate a tempo di record e fornite di arredi e ogni altro conforto; le tendopoli sono state smantellate; le scuole e l’università hanno ripreso a funzionare regolarmente; sussidi e indennizzi raggiungono chiunque ne abbia necessità; nessuno è stato lasciato solo.
Dietro questa rutilante facciata, la realtà quotidiana esibisce uno spettacolo differente: la città non è risorta. È vuota, disabitata, priva di vita. Tutti gli abitanti ne sono stati espulsi. Tutte le attività – culturali, artigiane, commerciali, sociali e amministrative – sono estinte o, al meglio, dirottate nell’hinterland. Nelle strade, in gran parte ancora lastricate di macerie, circolano solo topi, mosconi, Vigili del Fuoco e gli operai addetti al puntellamento degli edifici di maggior spicco: cose, queste, che i turisti attratti dalle rovine non possono percepire, poiché vengono incanalati lungo percorsi accuratamente lucidati, sigillati da impenetrabili reticolati e scelti tra quelli che propongono la rassicurante visione degli edifici meno rovinati.
Le “new towns” non sono “la ricostruzione”. Sebbene, nell’immediato, liberino dall’angoscia quindicimila delle tante migliaia di senza-tetto, esse sono sopra tutto un accorto espediente propagandistico: raccontano con facondia edilizia che all’Aquila ogni cosa è nuova e efficiente, nonché dovuta alla solerte bontà del patrio governo.
La cintura di “new towns” che ha stravolto paesaggio e modalità della convivenza è il “paravento” escogitato per L’Aquila antica, alla cui rinascita nessuno mette mano e, tanto meno, nessuno pensa. Ci vuole un impegno creativo da far tremare i polsi, ci vogliono decine di miliardi di euro che soltanto un’imposta speciale potrebbe procurare, ci vogliono tempi lunghi in ragione dei quali nessuna tv può assicurare il minimo beneficio propagandistico. Il “paravento”, invece, funziona strepitosamente in tv, tranquillizza le coscienze e lascia affondare nel nulla il pensiero della ricostituzione di quello che era il centro storico. Tuttavia, a tempo debito, anche i trecento ettari di ruderi dell’Aquila-che-fu diventeranno “business”, per i grandi immobiliaristi e per i tour operators dell’archeologia horror.
Errico Centofanti ha intrapreso l’attività di giornalista, scrittore e autore di eventi culturali quando studiava filologia romanza all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
È stato tra i fondatori del Teatro Stabile dell’Aquila, alla cui direzione ha concorso dal 1963 al 1982. Per il Comune dell’Aquila ha ideato nel 1983 Perdonanza Festival, del quale è stato Soprintendente fino al 1992. È stato docente di storia del teatro all’Accademia Sharoff di Roma e alla Scuola di Cultura Drammatica dell’Aquila, della quale è stato anche direttore.
È stato consigliere e assessore al Comune dell’Aquila, dal 1971 al 1980, e componente del Comitato Regionale Abruzzese e del Direttivo della Federazione dell’Aquila del Pci. A metà degli anni ’70 ha fondato Telelaquila, prima emittente tv locale a gestione pubblica, la cui programmazione, pianificata insieme con il regista Antonio Calenda e appoggiata presso gli studi realizzati dal Comune dell’Aquila con il concorso della Philips International, fu sospesa sul nascere per contrasti politici.
Insieme con Andrea Vitali, ha ideato e diretto i festivals internazionali “Urbino Rinascimenti”, per la città di Urbino dal 1995 al 1997, e “Castel dei Mondi”, per la città di Andria dal 1997 al 2000, e è stato direttore artistico della rassegna di spettacolo “Il Suono di Dante”, per il “Settembre Dantesco” di Ravenna (dal 1998 al 2007), e del festival internazionale collegato allo “Sposalizio del Mare” di Cervia (dal 2001 al 2007). È socio fondatore e ha fatto parte del Consiglio d’Amministrazione della Società Aquilana dei Concerti.
Ha curato e cura progetti culturali internazionali in Australia, Canada e Est europeo nonché ideazione e drammaturgia per gli eventi di numerose città d’arte e centri storici, tra cui Ascoli Piceno, Bologna, Brisighella, Fabriano, Fossanova di Priverno, Monteveglio, Offagna, San Gimignano. Dal 2005 cura la direzione artistica delle Giornate Dantesche del Canadian Centre for Italian Culture and Education di Toronto.
Autore di saggi e opere narrative per diversi editori e periodici specializzati, collabora a testate italiane e straniere, tra le quali il quotidiano “Il Messaggero”, le riviste milanesi “Bell’Italia” e “Sipario”, la rivista “Regione Abruzzo” del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, le riviste aquilane “Novanta9″ e “Senzatitolo”, il periodico “Scuola & Cultura Journal” di Toronto. È direttore del mensile di attualità “il Punto”. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, è membro della Siae e del Sindacato Nazionale Scrittori.
Tra le sue opere: Un sogno ancora da sognare, 1994 – Perché “dell’Aquila”, 1995 – Le Dimissioni, 1998 – L’Emiciclo, 1999 – Storie da Caminetto, 1999 – Italiani nel mondo, 2002 – La festa crudele, 2003 – Introduzione al Polittico Abruzzese e i lemmi Abruzzo e Giornalismo per The Gadda Encyclopedia dell’Università di Edimburgo, 2004 – Gadda inviato speciale in Abruzzo, 2004 – L’Anima dell’Aquila, 2007.
È coautore/curatore di: La Provincia dei Parchi, 1997 – Gli Eremi di Roccamorice, 2000 – Il Palazzo degli Occhi, 2004 – Breviario del Gran Sasso, 2005 – La Basilica di Collemaggio, 2005 – La Stagione degli Scioperi a Rovescio, 2007 – Con l’Opra in Man Cantando, 2007 – Personalità e Personaggi di Paganica, 2007 – In memoria di Tullio de Rubeis, 2008.
È autore degli apparati critici per Piero Ventura, un rivoluzionario di professione, di Eude Cicerone, 1985 – Meraviglie d’Abruzzo, di Carlo Emilio Gadda, 2001 – La mia grande avventura, di Louis Carrozzi, 2006 – Dizionario di pensieri e sentenze, di Niccolò Persichetti, 2006. (Nella foto Errico Centofanti)
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