Trionfo della morte o dell’ignoranza?


Il crollo del trabocco dannunziano, l’unico di proprietà pubblica, è bene ricordarlo, nel mare di San Vito porta alle labbra un’assonanza: trionfo della morte, come nel romanzo del Vate, o dell’ignoranza, come nei nostri giorni? Senza gettare croci addosso a nessuno, dati i tempi di micragna volgare e grossolana di ogni risorsa per la cultura, va detto che si sarebbe dovuto tentare qualsiasi intervento (anche chiodi e martello…) per tenere in piedi il trabocco.
Non tanto per mostrarlo a turisti la maggior parte dei quali di d’Annunzio sa poco o nulla, quanto per rispetto di se stessi. Sì, l’Abruzzo dovrebbe piantarla di gingillarsi con l’ambientalismo estremo, gli esibizionismi politici, le polemiche, i rinfacci, pantomime in consiglio regionale e altrove, e pensare che è tempo di cominciare a rispettarsi. A preoccuparsi del poco che abbiamo tra i residuati della cultura e della storia regionali, derelitti e trascurati da sempre. A sproloquiare di meno e a produrre risultati. Il crollo del trabocco si doveva evitare, perché bastava poco ad evitarlo: qualche chiacchiera di meno, e qualche euro in più da spendere e non da sprecare. Ma ora il trabocco è crollato, il mare se lo vuole riprendere, forse convinto che non lo meritiamo. Una figura meschina e cocente che si doveva risparmiare a questa terra. Una magra di tutti, dalla prima all’ultima autorità, e un trionfo dell’ignoranza: invece di bandiere blu, sventolino le bandiere della cafoneria. Non siloniana. Proprio la cafoneria punto e basta.



28 Luglio 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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