“Premier, chiedo di essere risarcito”
L’Aquila – INGIUSTA DETENZIONE, RESPONSABILITA’ CIVILE DEI MAGISTRATI – L’aquilano Giulio Petrilli, residente a Belgrado-Serbia in Kralja Milutina 73, III, flat n. 11 c/o Tancic Beograd- Srbjia – cell. 00381 612044840 , ha inviato al premier Renzi un’istanza: “Gentile Presidente Renzi,
visto che la legge attuale sulla responsabilita` civile dei magistrati (legge n.117, del 13 aprile 1988) nel primo comma dell`art.4, prevede di inoltrare il ricorso e anche il risarcimento al Presidente del consiglio dei Ministri, le inoltro la richiesta di risarcimento danni, quantificabile in dieci milioni di euro, per l`errore giudiziario commesso dal Procuratore del Tribunale di Milano Armando Spataro e la Corte dello stesso Tribunale che mi condanno` in primo grado.
Da anni mi batto per avere giustizia sulla mia vicenda giudiziaria.
Una vicenda che mi vide arrestato nel 1980 con l’accusa di partecipazione a banda armata (Prima Linea) e rilasciato nel 1986, dopo l’assoluzione in giudizio d’appello presso il tribunale di Milano. Uscii innocente dopo cinque anni e otto mesi di carcere, da un’accusa banda armata, che prevedeva anche la detenzione nei carceri speciali e sotto regime articolo 90, più duro dell’attuale 41 bis.
Anni di isolamento totale, blindati dentro celle casseforti insonorizzate, senza più poter scrivere, leggere libri, anche quelli per gli studi universitari, qualche ora di tv ma solo primo e secondo canale.
Sempre, sempre soli, con un’ora d’aria al giorno, in passeggi piccoli e con le grate. Un’ora di colloquio al mese, con i parenti, ma con i vetri divisori. Dodici carceri ho attraversato in questi sei lunghi anni.
Ebbi la sentenza definitiva di assoluzione dalla cassazione nel luglio 1989.
Ora, faccio richiesta di risarcimento danni per l`errore del Pubblico Ministero che emise il mandato di cattura (l’attuale Procuratore aggiunto del tribunale di Milano Armando Spataro) e la Corte di primo grado che mi condannò, alla luce della mia successiva assoluzione, sono colpevoli di aver trasgredito non solo le norme interne sull`inviolabilita` della liberta` personale, ma anche articoli dei tribunali internazionali come l`art.7 dello statuto della corte penale nei commi f) sulla tortura , K) atti diretti a favorire intenzionalmente grandi sofferenze e gravi danni all’integrità fisica e alla salute fisica e mentale, E) imprigionamento o altre gravi forme di privazione della libertà personale.
Il risarcimento che richiedo e` dieci milioni di euro.
Sono consapepovole che il ricorso andava presentato entro tre anni dalla sentenza di assoluzione definitiva, ma dopo il carcere le mie condizioni psicofisiche non mi consentirono di farlo. Condizioni acclarate da tanti certificati medici, per cui l`accertamento di questo spero consenta l`ammissibilita` della domanda”.
(Ndr) – La dolorosa, umana vicenda di Petrilli (incarcerato, accusato, e poi definitivamente del tutto assolto) si incammina lungo una nuova strada. Ci auguriamo che sia quella giusta e che l’Italia possa finalmente dimostrare di appartenere all’Europa anche sotto il delicato aspetto dei diritti delle persone ingiustamente accusate. Siamo e saremo qui a rendere pubblica la storia, come facciamo da sempre. Anche facendole sapere, talvolta, le cose si risolvono.
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