Maxim, il padre confessa di nuovo
Pescara – Ha confermato al gip di aver ucciso il figlio, Massimo Maravalle il 47enne che la notte tra giovedi’ e venerdi’ scorsi ha soffocato con un cuscino il piccolo Maxim di 5 anni, a Pescara. Il bambino era di origine russa ed era stato adottato nel 2012. Oltre al gip, all’interrogatorio in carcere erano presenti il pm Andrea Papalia e Sabatino Trotta, psichiatra del Centro di salute mentale della Asl pescarese.
Uno dei difensori di Maravalle, l’avvocato Alfredo Forcillo, al termine dell’interrogatorio, durato circa 45 minuti, ha detto ai cronisti che il suo assistito “ha di nuovo confessato di aver ucciso il figlio forse per un delirio riconducibile alla sua malattia, che era ben controllata fino a quando prendeva i farmaci. Poi ad un certo momento ha smesso di prenderli in maniera autonoma e senza dire niente a nessuno perche’ questi farmaci evidentemente lo indebolivano e lo facevano star male. Ha smesso di prenderli e ovviamente non ha saputo gestire piu’ i pensieri deliranti che gli facevano pensare che ci fossero dei complotti che potevano provocare del dolore al figlio, torture e cose di questo genere”.
L’incidente probatorio – ha confermato Forcillo – e’ stato gia’ richiesto e con la nomina del perito poi si chiarira’ forse meglio, con l’aiuto di una persona competente, quello che e’ accaduto. Forcillo ha aggiunto che il ricordo di Maravalle “e’ lucido fino a un certo punto, non ricorda bene con precisione. Non ha pianto, e’ profondamente turbato e addolorato. Si e’ reso conto di quello che ha fatto. Lo ha detto, ma questi sono meccanismi mentali che francamente io non sono in grado di spiegare. Ora entreranno in campo dei professionisti che potranno chiarire quali meccanismi mentali intervengono in questo genere di patologie. Tutti abbiamo l’intenzione di capire fino in fondo quello che e’ stato, perche’ e’ successo e se ci sono delle responsabilita’ penali da poter attribuire perche’ il codice prevede anche delle situazioni di incompatibilita’ con il processo stesso e la capacita’ di gestire situazioni. Io non so quali fossero le condizioni di Maravalle al momento del fatto. Aspettiamo che i periti ci diano qualche chiarimento su come la mente umana possa avere questi comportamenti. Maravalle era un genitore affettuosissimo”. Sull’apertura di un’inchiesta anche da parte della Russia, “ha fatto bene – ha detto sempre l’avvocato -. Tutti hanno diritto di sapere come sono andate le cose, anche noi”.
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