Ecco dove e come si spreca l’acqua
L’Aquila – (Foto 1 e 2, riferimenti nel testo) – Scrive Michele Bove: “Egr. Direttore , non è che io sia un feticista dell’acqua (vedi pagamento delle bollette acqua alle poste, di cui ci siamo occupati giorni fa) o per natura un rompiscatole, ma vivo in questa città ed in essa mi muovo.
Non voglio aprire una polemica sulla qualità delle strade, in termini di manto stradale e pericolosità…sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, ed io queste cose non le faccio.
Aspetto e spero che in Italia e a L’Aquila si impari a “rattoppare” le strade a regola d’arte ! Solo questo.
Ma tornando all’acqua, volevo porre l’attenzione sugli sprechi che si perpetuano come se il bene materiale comune, come l’acqua, non sia affar nostro, ma solo di chi ci governa.
Qualche giorno fa mi trovavo a costeggiare una verde aiuola (Ospedale San Salvatore), sotto il solito acquazzone pomeridiano ed ho notato che gli irrigatori erano in funzione !
Questa è la foto (foto 1) che sono riuscito a scattare, e, come si vede, non dico eresie.
Poi, qualche giorno dopo, preso da sensibilità civica, mi sono chiesto se esistesse una tecnologia che fosse in grado di interrompere l’irrigazione al venir giù di acqua naturale, comunemente conosciuta come pioggia.
Ci sono voluti i soliti 5 minuti per scoprire che tante aziende specializzate nel settore del giardinaggio, producono, vendono o importano un affaretto che si chiama “Rain Sensor”, cioè “sensore di pioggia”.
Che cosa fa questo miracolo della tecnologia ?
Non credo serva spiegarlo, comunque, a beneficio di chi non ci vuol sentire, tale meraviglia interrompe l’irrigazione quando piove !
Eccolo ritratto in foto ! (foto 2)
E Le dirò di più, tanto di più che i lettori ne potrebbe rimanere meravigliati ! Infatti, esiste anche un’altra meraviglia della tecnologia che misura l’umidità della terra (delle aiuole pubbliche, tanto per fare un esempio applicativo) che, intelligentemente, fa partire l’irrigazione quando serve, cioè quando la terra non è umida al punto che si vuole che sia, e non a caso (tipo alle tre di pomeriggio sotto un acquazzone tropicale).
Quindi, in definitiva, investendo poche centinaia di euro in “tecnologia a basso costo”, si potrebbe riuscire ad irrigare quando serve e dove serve, senza muovere un dito, senza nemmeno fare click sul computer, senza fare niente, se non proteggere dai soliti vandali che potrebbero distruggere quel che resta della loro e della mia città”.
(Ndr) - Lei ha molte ragioni. Prima di tutto, preoccuparsi dell’acqua e degli sprechi è un dovere civico. Non sappiamo se toccherà a noi, ma sicuramente qualche prossima imminente generazione morirà per problemi idrici o guerre nucleari per problemi idrici. Sicuramente non sa un tubo di queste cose chi spreca l’acqua, semplicemente per non acquistare semplici tecnologie capaci di ridurre o impedire sprechi. Insomma, siamo alle solite: l’ignoranza, o peggio il menefreghismo, regnano sovrani.
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