“Da mesi tormentati da fitti e bollette”


L’Aquila – (Foto: una partecipante alla protesta intervistata da Il Centro) – “Siamo tormentati da mesi, anzi strangolati, da continue sollecitazioni su fitto e bollette”. Raccontano così la loro vicenda le donne di alcuni quartieri del progetto case: le zone in cui centinaia di inquilini terremotati risultano morosi. Ora siamo alla vigilia degli sfratti, e in tanti chiedono alle autorità e ai politici: se ci cacciano, dove andiamo? L’idea più diffusa è un accampamento di tende lungo corso Federico II, di fronte alla nuova sede della prefettura.
Le persone che, stando ai dati circolati, soffrono maggiormente sono quasi tutte donne, madri con figli a carico, che o non hanno o hanno perso il lavoro, per quanto umile fosse. E oggi non hanno reddito: sono “incapienti” come dice la burocrazia. Ma dovrebbero non solo pagare fitto e bollette, ma anche gli arretrati della morosità. In qualche caso migliaia di euro.
La manifestazione di questa mattina è stata toccante, il termometro delle febbre sociale che attanaglia una parte della popolazione aquilana, le cui condizioni sono diventate drammatiche dopo il terremoto.
Sul problema, come abbiamo riferito, le autorità e le istituzioni sono collocate su posizioni opposte.
C’è chi pretende che il Comune (al quale sono affidate le new town con i terremotati) sfratti i morosi. C’è chi, come il sindaco Cialente, si rifiuta di gettare in mezzo alla strada gente che già vive vite piene di guai. E la polemica monta. La politica come sempre ne approfitta, e c’è chi coglie l’occasione per attaccare il sindaco.
In Prefettura, durante la protesta, era in corso il tavolo per l’Ordine e la sicurezza pubblica voluto dal prefetto e disertato dal Comune e dal sindaco, Massimo Cialente, che torna a chiedere al governo di intervenire. Risposte, per ora, nessuna: caso mai comincia, come era prevedibile, lo “scanso” di responsabilità e competenze. Sfratta tu, io non sfratto, a me non compete, devi farlo tu. Un teatrino al quale la gente è abituata. La sola posizione chiara è quella del sindaco, che grida: io non sfratto, fate pure quello che vi pare, mettetemi in galera, portatemi in tribunale.
La sola certezza, invece, è che fitti e soprattutto bollette vanno pagati. L’Aquila va avanti così, tra disperazione, lacrime, proteste, gente che appare stravolta e ormai non più in grado di sentire ragioni.


18 Luglio 2014

Categoria : Cronaca
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