50 anni di allagamenti, e ancora carte…
Pescara – Da 50 anni almeno – ma forse anche molto prima – Pescara diventa un acquitrino ad ogni acquazzone. Oggi c’è la scusa della violenza dei fenomeni, che sono improvvisi ed estremi: dietro quesdto pretesto la politica può tentare di nascondersi. Ma basta poco per demolire scuse e farfugliamenti: Pescara si allagava anche quando gli acquazzoni si chiamavano così e basta. Erano normali, abituali. Per decenni non è accaduto proprio nulla nei palazzi cittadini e in quelli regionali. Oggi qualcosa accade: pare ci siano dei soldi, pare che la città abbia rischiato di perderli, pare che la regione abbia promesso di darglieli lo stesso.
Insomma, dopo 50 anni ancora pasticci, ritardi, ostacoli, e lettere per tappare i buchi, rimediare agli errori.
“La citta’ non perdera’ le risorse destinate alle opere di prevenzione degli allagamenti. Nella giornata di ieri abbiamo inviato una missiva alla Regione in cui non soltanto chiediamo una riallocazione delle risorse, circa 3 milioni di euro, ma la possibilita’ di allargare il raggio di azione della prevenzione di fenomeni che non sono solo legati all’acqua”. Lo afferma il sindaco di Pescara Marco Alessandrini.
“E’ necessario e urgente agire per ridurre il ristagno delle acque nelle zone piu’ sensibili della citta’ – aggiune il prio cittadino – su cui esiste un piano in fase di completamento, ma e’ indispensabile anche agire a monte, per prevenire gli altri disagi collegati alla presenza di fango nelle zone piu’ collinari e pedecollinari della citta’.
Dopo aver ricevuto una missiva da parte della Regione il sindaco aggiunge: “siamo piu’ che fiduciosi che le risorse non soltanto saranno ripristinate come ci ha assicurato il Presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ma che sara’ possibile utilizzarle in maniera piu’ ampia e su progetti in grado di affrontare la problematica in tutti i suoi aspetti”.
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