Bindy: terremoto ed errori nella ricostruzione aprirono le porte alla mafia
L’Aquila – BINDI: L’INCHIESTA CHE COINVOLGE I CASALESI DIMOSTRA CHE C’E’ VIGILANZA – PEZZOPANE: L’INFILTRAZIONE DELLE COSCHE NON PUO’ BLOCCARE I FINANZIAMENTI – (Foto: Rosy Bindi presidente dell’Antimafia e la prefettura dell’Aquila) - (aggiornamento) – “La ricostruzione dell’Aquila e del cratere deve andare avanti senza interruzioni e con maggiori controlli”. Lo dichiara stasera la senatrice Stefania Pezzopane, dopo la conferenza stampa della Commissione parlamentare antimafia all’Aquila.
“Sono d’accordo con l’onorevole Bindi, che ringrazio ancora per aver accolto il mio appello di venire all’Aquila- dichiara- che l’infiltrazione delle cosche non può e non deve bloccare il flusso dei finanziamenti. Occorrono norme più stringenti soprattutto nel settore della ricostruzione privata, dove bisognerà porre maggiore attenzione ai subappalti, introducendo dei limiti, sul modello della disciplina della ricostruzione pubblica. Questo è uno dei temi che sarà al centro del nuovo provvedimento su cui sto lavorando, in squadra con il Sottosegretario Legnini.Domani sera avremo un incontro con tutti i parlamentari abruzzesi per mettere a punto le priorità da inserire nel testo di legge”.
LA CRONACA – “La malavita c’è e prima non c’era in questa terra abruzzese. Il terremoto, na anche scelte sbagliate di cui ci si accorge solo ora, riguardanti in confuso momento dell’emergenza, sono i varchi attraverso i quali mafia e malavita hanno trovato spazio per penetrare prima, insediarsi in seguito.
E’ un punto di partenza, un riferimento storico doveroso. Sarebbe inesatto e ingiusto, infatti, nei confronti della terra abruzzese, della sua storia, non far coincidere con il terremoto del 2009, e con gli errori commessi nel dopo immediato per impostare la fase ricostruttiva, penetrazione e insediamento della mafia”.
Lo ha detto il presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, arrivata questa mattina per fare il punto sulle ultime indagini della Direzione distrettuale antimafia, con arresti di imprenditori legati al clan dei Casalesi, in particolare con il boss Michele Zagaria.
“Abbiamo constatato alcune carenze nella legislazione – ha aggiunto l’on. Bindi – e avevo gia’ sentito il sottosegretario Legnini , con il quale avremo altri incontri perche’ chiediamo che il Governo intenda colmare le carenze che si sono evidenziate a partire dalla mancanza di una banca dati e di informazioni adeguate per poter fare i controlli e poi abbiamo constatato la straordinaria capacita’ dei poteri mafiosi di capire dove sono le vere debolezze”. La presidente della Commissione Antimafia ha spiegato che “Oggi si specula prevalentemente sul lavoro perche’ questa e’ la necessita’ piu’ grande che ha il nostro Paese in questo momento. Faccio riferimento – riporta l’AGI – ai Casalesi nella ricostruzione privata, ed e’ questa l’emergenza piu’ grande che ha questo Paese ovvero i poteri mafiosi che sono riusciti ad inserirsi. Il fatto che si sia scoperto con una indagine cosi’ accurata ed anche veloce questo criminale comportamento, sta a significare che c’e’ vigilanza, c’e’ presenza dello Stato e delle forze dell’ordine.
Sono emerse carenze normative soprattutto per quanto riguarda i controlli per i cantieri privati, si tratta di denaro pubblico ancorche’ speso da privati, dobbiamo controllare con gli stessi strumenti con i quali si controllano gli appalti pubblici, forse anche di piu’. Molti soldi sono stati spesi molti ancora dovranno essere spesi e dovranno essere controllati in maniera regolare.
NORME AD HOC – “Io credo che il Governo stia gia’ lavorando sulle norme ad hoc per combattere le infiltrazioni della mafia negli appalti, e naturalmente anche noi con questa visita faremo la nostra parte per dare il nostro consiglio, il nostro parere ma anche per chiedere un’ accelerazione. In Italia – riferisce ancora l’AGI – siamo attrezzati a combattere le mafie”. Lo ha detto la presidente Rosy Bindi in Prefettura, dove come prima tappa si è recata la Commissione Antimafia.
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